The Herd

Un corto estremo, vegan-femminista…
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Non vi proponiamo il cortometraggio horror di Melanie Light, The Herd (“La mandria”) per il fatto che stia diventando un manifesto del movimento vegan-femminista e perché intorno ad esso ferve come suol dirsi il dibattito (anche se si tratta di un lavoro del 2014). No. La ragione essenziale è che si tratta di venti magnifici minuti che contengono e manifestano – a nostro immodesto avviso – ciò di cui è capace il genere quando chi lo manovra sa dove andare a colpire, non si mette limiti o remore e non si prefigge di voler essere tollerato da tutti. Dopodiché, parliamo pure e volentieri della filosofia retrostante, del vegan-femminismo che lega la scelta di abiurare alla carne e ai prodotti animali come cibo, alla considerazione che il sesso femminile anche tra gli animali va incontro allo sfruttamento più crudo e crudele. The Herd nasce dall’incontro tra la Light, britannica, studentessa di arte con interessi “al limite” (nelle interviste cita tra le sue frequentazioni il sito rotten.com e la rivista Bizarre) e lo sceneggiatore Ed Pope. La scintilla tra i due scocca durante una convention horror, poi Melanie cincischia con piccoli lavori (horroretti, video musicali) fino a quando Pope le mette tra le mani lo script di The Heard, strutturato come un apologo contro lo sfruttamento animale. L’idea è molto semplice: sostituire agli animali esseri umani femminili e mostrarli sottoposti alle stesse violenze e sevizie che normalmente avvengono nel chiuso dei laboratori e degli allevamenti.

Il risultato non lascia indifferenti. Nemmeno, e a maggior ragione, coloro che hanno accusato The Herd di essere un lavoro misogino e moralista. Per quanto ci riguarda, il corto ci ha riportato non solo al torture-porn di qualche anno fa, ma ancora più indietro, a certo cinema degli anni Settanta che per arrivare dritto all’obiettivo sapeva usare la giusta e necessaria crudezza. Oltretutto, le interpreti mosse da Melanie Light sono tutte eccezionalmente efficaci (Victoria Broom, Charlotte Hunter, Francesca Fowler, tra le altre) e l’occhio dei fan non può non riconoscere con l’entusiasmo del caso Polyanna McIntosh (The Woman, Tales of Halloween) nella parte di una perfida sperimentatrice. Mai come nel caso di The Herd vale la vecchia frase fatta che il giudizio debba essere lasciato primariamente alle immagini. Poi seguirà dibattito, se vorrete. L’avvertenza è di vederlo fino alla fine, perché le immagini inframezzate ai titoli di cod non sono accessorio ma necessarie a quanto il corto ci vuole dire. Micidiale la tagline originale: “You are a product!”.