Night of the living Elf: i film natalizi con elfi assassini

I piccoli, brutti e cattivi aiutanti di Babbo Natale
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Per Batman era il fido Robin. Per Don Chisciotte il pasciuto Sancho Panza. Per il dottor Frankenstein l’ingobbito Igor. E, ovviamente, per il grande Sherlock Holmes l’acuto Watson. E sì, perché dietro ad ogni personaggio degno di essere ricordato si cela sempre qualcuno chiamato a compiere il lavoro più o meno sporco. E anche in quel del gelido Polo Nord quel gran simpaticone di Santa Claus, da buon capitalista lappone qual è, si serve ormai da anni del lavoro – rigorosamente in nero – di una schiera di piccoli e laboriosi aiutanti, reclutati tra le fila degli abitanti del Piccolo Mondo per produrre una vagonata di regali su scala industriale. Il tutto, ovviamente, mentre il nostro rubicondo vecchietto barbuto se ne sta bello in panciolle ad abbuffarsi di latte e biscotti. Ma come la mamma ci ha insegnato fin dalla culla, non è mai bene tirare troppo la corda! E così, dopo una vita intera a sgobbare con solo un bel “OH OH OH” di ricompensa, ecco che i nostri piccoli tesserati al sindacato unito di elfi, gnomi e folletti, prendendo come esempio i loro colleghi umani di casa Amazon, hanno iniziato a dar letteralmente fuori di matto, ingaggiando una ribellione in piena regola ben condita di frattaglie, emoglobina e parecchi oggetti contundenti. E fortunatamente la macchina da presa, col suo vispo occhio di falco, è stata più volte testimone di questa deriva decisamente poco natalizia imboccata dai fedelissimi di San Nicolao, offrendoci un succulento compendio di film natalizi con esserini mostruosi e parecchio incazzuti che si sono prodigati anima e corpo a rendere squisitamente infernale il Natale di grandi e piccini.

Il bianco pastore di renne (1952)

film natalizi

Prima di imboccare a spron battuto questo breve ma intenso tunnel popolato dai fotogrammi grondanti sangue di elfi, gnomi e folletti assassini, è bene ricordare che, nel lontano 1952, il finlandese Erik Blomberg aveva già intuito che arietta tirava lassù al Nord, e con Il bianco pastore di renne aveva scelto di rovinare l’infanzia di parecchi pargoletti, cresciuti con il sacro mito delle affettuose e fedeli rimorchiatrici della slitta di Papà Natale. Ebbene sì, perché, ancor prima delle suggestive avventure mannare di lupi, pecore, cinghiali e fattorie assortite, il buon Blomberg aveva immaginato nientepopodimeno che una bella, candida e letale renna vampiro – si, avete capito bene, vampiro! –, vorace forma notturna assunta da una giovane donna desiderosa di risolvere le proprie bagarre amorose con un intervento sciamanico dall’esito decisamente nefasto. Una gelida e inquietante fiaba nera in stile Ladyhawke con tanti buoni sentimenti in meno e parecchie giugulari prosciugate peggio di un Estathé a Ferragosto, a dimostrazione di come il color sanguigno del gran nasone di Rudolph abbia decisamente alla base un suo chiaro perché. E, per chi se lo stesse chiedendo, il freddo non c’entra proprio nulla!

2. Elves (1989)

film di natale

Per trovare la prima testimonianza cinematografica del marcione che si annida fra i nastri trasportatori della fabbrica di regali più famosa del mondo è necessario tornare con la memoria al 1989, quando, in piena frenesia post Gremlins, Jeffrey Mandel decise finalmente di sdoganare con Elves la temibile figura di un letale e deforme elfo assassino, riportato accidentalmente in vita da un gruppo di adolescenti durante un rito satanico improvvisato. Il nostro beneamato esserino, brutto come un’aberrazione cronenberghiana e cattivo peggio di un Grinch sotto anfetamine, diviene presto l’oggetto del desiderio di uno sciroccato scienziato pazzo naziskin, convinto che Hitler e la sua allegra cricca avessero a loro tempo tentato di evocare una schiera di esoteriche creature del freddo Nord con le quali fondare un fantomatico ed eterno Quarto Reich. Per i nostri piccoli eroi avrà dunque inizio una corsa contro il tempo per evitare che il nostro elfaccio del malaugurio, foraggiato dal mad doctor di turno, stempi prima del tempo chiunque gli capiti a tiro, sfoltendo alla grande le consegne espresse del proprio barbuto principale. Un denso, grossolano, divertente e gommosissimo minestrone fanta-horror squisitamente anni ’80 in cui il tema del mostriciattolo peloso e incacchiato in stile Critters la fa da padrone. Non certo memorabile, ma tranquillamente in grado di far riflettere a lungo su che razza di gentaglia malfamata d vita, con le sue unghiute manacce, ai cadeaux che affollano il capiente saccone del vecchio Claus.

3. Gnome Alone (2015)

film di natale 3

Sarà forse a causa di un leggero complesso di inferiorità nei confronti dei colleghi dalle orecchie a punta, oppure per puro orgoglio di genere. Sta di fatto che, ad un certo punto, anche i paciocconi gnomi dei vari Fantaboschi hanno iniziato a farne di cotte e di crude sul grande e piccolo schermo, scegliendo di tenersi ben lontani dalle nevose festività natalizie e mettendo a ferro e fuoco i restanti periodi dell’anno. Tocca dunque, per pura e semplice par condicio, riservare un piccolo spazio anche a loro. Almeno per non rischiare di ritrovarseli sotto il letto con qualche lama decisamente troppo affilata! Mentre infatti il verdognolo e dispettoso Leprechaun, grazie a Mark Jones, fin dal 1993 continua imperterrito a fare la festa a chiunque osi mettere le mani sul suo amato pentolone d’oro – affinando minuziosamente i subdoli dispositivi di antifurto nel corso di ben sette sequel –, l’apparentemente innocua statuetta da giardino protagonista di Gnome Alone (Woodward Jr, J. M. Elfers, 2015) sembra proprio decisa a compiere il proprio esoterico dovere di proteggere (letteralmente) fino alla morte il proprio padrone umano, facendo incetta di tutti gli eventuali nemici che gli si pareranno dinnanzi al cammino. Un gran bel casotto, certo, ma mai così grande come quello piantato dai malefici e pestiferi esserini di terracotta che popolano le pagine – e i successivi fotogrammi – di La vendetta degli gnomi, uno dei più celebri racconti partoriti in seno all’immortale saga teen di Piccoli Brividi, che vede appunto come protagonisti un manipolo di nanetti da giardino in vena di sanguinaria baldoria, a cui è stato dedicato un opportuno episodio televisivo e una comparsata coi fiocchi nel Goosebumps di Rob Letterman del 2015.

4. Rare Exports: A Christmas Tale

film di natale 4

Tornado sull’innevata e terrorizzante strada maestra, nel 2010 il sorprendente exploit di quel cultissimo piccolo capolavoro di cattiveria che fu Rare Export: A Christmas Tale (Jalmari Helander) ha contribuito a stampare in grosse lettere grondanti sangue la parola “fine” all’idea immacolata del Natale così come l’avevamo conosciuta fino ad allora, ipotizzando non solo la reale esistenza del buon San, ma che fosse addirittura un terribile demone cornuto, rimasto sotto ghiaccio come un merluzzo per ere geologiche e ora ritornato alla vita, fresco, pimpante e affamato più che mai di succulenta carne di bambino, opportunamente rimediata dai fedelissimi elfi. E sono appunto questi ultimi le vere star di questo cinico gioiellino fanta-orrorifico, vecchietti barbuti versione mignon dal caratterino non particolarmente simpatico, pronti a servire e riverire il proprio cannibalico demoniaco padrone mettendo a soqquadro case e villaggi. Salvo poi essere catturati in massa da un manipolo di affaristi senza scrupoli per essere imballati e spediti, alla modica cifra di ottantacinquemila dollari cada uno, in tutto il mondo, con il marchio Rare Exports Inc. ben stampato sulle chiappe e pronti a impersonare i rassicuranti macinaregali della nostra infanzia. Una fine ingrata, non c’è che dubbio. Ma dopo una vita passata a tranciar femori e ad asportare cervelli, si può dire che, da qui in avanti, è ormai tutta in discesa!

5. A Christmas Horror Story (2015)

Film di natale 5

Di certo avrà ben più di che lamentarsi l’incauta famigliola al centro delle grottesche ed inquietanti vicende di A Christmas Horror Story, terrificante e sbroccatissima fiaba anti-natalizia in quattro episodi diretti da Grant Harvey, Steven Hoban e Brett Sullivan, in cui, tanto per stare allegri, abbiamo l’epica lotta fra un delirante San Nicolao versione Trono di Spade – con tanto di marinaresco sfregio su di un ruvido volto da vecchio psicopatico reduce di guerra – e la sua celebre mimesi per eccellenza: il diabolico Krampus. Nel mezzo di questo millenario scontro tra il (non tanto) Bene il (decisamente tanto) Male, a dar man forte al cornuto demone dei ghiacci troviamo ancora una volta il folto popolo dalla barba a punta, stavolta nelle putrescenti sembianze di un orda di elfi-zombie posseduti fino al midollo da oscure forze malefiche che li rendono letali e sboccati peggio del secondo tempo de L’esorcista. E sono proprio queste immonde creature, ormai esonerate da qual si voglia occupazione che non sia la preparazione di tartare umana, l’oggetto di caccia preferito del nostro Babbo Killer in piena crisi da stress post traumatico, quest’ultimo intento a collezionare parecchie testacce dalle orecchie a punta da appendere come trofei in soggiorno, grazie al supporto della fida mannaia da passeggio. E dire che tutto sto casino solo per aver tagliato l’abete sbagliato. Proprio quello con appiccicata addosso una bella maledizione!

6. The Elf (2017)

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Vuoi per eccessivo mobbing oppure semplicemente per qualche soldino in più in busta paga, alla fin della fiera i buoni e cari elfi paiono proprio aver deciso di passare alla concorrenza, scegliendo di firmare un contratto in esclusiva proprio con il temibile Krampus e poter così godere di ferie pagate in qualche ridente resort nello sfintere dell’inferno. Non è un caso dunque se in Krampus – Natale non è sempre Natale (Michale Dougherty, 2015) il Piccolo Popolo, dopo aver recapitato a Papà Natale una bella letterina di dimissioni, vanga appunto mandato dal Signore del Male in persona a menare la ciolla a tutti i grandi e i piccini che, per i più vari motivi, hanno deciso di disertare l’immancabile spirito natalizio, con il preciso compito di ricorrere alla forza bruta laddove necessario. Perché, si sa, un gesto vale più di mille parole. Soprattutto se ad accompagnarlo vi è una lama da trenta centimetri. La stessa affilata e poco invitante lama dalla quale Nick e Victoria dovranno scappare se vorranno arrivare ai titoli di coda di The Elf (Justin Price, 2017), dopo aver scoperto, giusto giusto in tempo per la Vigilia di Natale, che l’elfo di porcellana rivenuto in uno scrigno, lasciato incustodito all’interno di un vecchio negozio di giocattoli da poco ereditato, non solo è vivo e vegeto, ma è ben deciso a portare a termine la letale maledizione per la quale era stato a suo tempo programmato. Un’ennesima rivisitazione del sacro mito della Bambola assassina, insomma, con l’unica differenza che il Chucky della situazione ha qui le orecchie un po’ troppo lunghe e un senso dell’umorismo decisamente al di sotto delle scarpe, nonostante cada la neve e il vischio inviti a qualche delizioso bacio. L’ultimo, magari!

7. Elves (2018)

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Giunti ormai in dirittura d’arrivo, a dimostrazione di come tutte le strade portino, prima o poi, sempre e comunque all’origine, non possiamo non congedarci che con Elves (Jamal Burden, 2018) che, a quasi vent’anni tondi tondi dall’omonimo capostipite di Mandel, traina verso gli anni ’20 del nuovo Millennio la figura dei piccoli aiutante malefici di Babbo Natale, tenuti per anni sotto chiave in un baule-prigione incautamente aperto dal solito gruppuscolo di adolescenti fancazzisti e decisamente troppo curiosi. E saranno appunto questi incauti nullafacenti prepuberali i bersagli prediletti della temibile masnada di bambolotti elfici col pallino del set completo della Miracle Blade, pericolosi esserini che è forse meglio non desiderare mai di avere come soprammobili o come amici della buona notte. Fortemente debitore del filone dei pupattoli assassini anni ’80 sul modello di Puppet Master e Dolls – senza scordare ovviamente l’immancabile fantoccio sboccato di Tom Holland –, questo filmettucolo di serie Z non brilla certamente per qualità né tantomeno per originalità, ma ha dalla sua la capacità di rendere ancor meno simpatici i lontani cuginetti lapponi dello stiloso Legolas, mettendoci ben in guardia sullo sprangare le porte e chiudere a chiave l’argenteria quando si approssima la nascita del bambinello Gesù.

Anche quest’anno il consueto appuntamento con gli incubi e deliri cinematografici all’ombra dell’innevato abete si conclude qui, speranzosi di aver offerto ai nostri amati aficionados dell’orrido qualcosa su cui riflettere tra un bicchiere di spumante e una bella fettona di panettone. Senza dimenticare che, se per caso, tra i vari pacchetti infiocchettati sotto l’albero, doveste trovarvi di fronte qualche dito mozzato o un bulbo oculare penzolante, beh, la colpa non è certamente del caro vecchio Jack Skeletron. Lui, infatti, le orecchie a punta non pare averle mai avute.