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You Should Have Left

2020
REGIA:
David Koepp
CAST:
Kevin Bacon (Theo Conroy)
Amanda Seyfried (Susanna) Avery Tiiu Essex

Il nostro giudizio

You Should Have Left è un film del 2020, diretto da David Koepp.

L’annuncio online di una villa moderna disponibile per l’affitto convince Theo (Kevin Bacon) e sua moglie Susanna (Amanda Seyfried) a trascorre nell’abitazione qualche giorno di vacanza con la figlia Ella (Avery Tiiu Essex). Il prato è enorme e curato, l’edificio si staglia nel verde, e da lì le altre abitazioni sfuggono allo sguardo. Sembra il posto ideale per rilassarsi e ritrovare così un certo equilibrio in famiglia. Ma ogni stanza nasconde un segreto, così come gli amanti che ospita. E la sperata tranquillità vacanziera deve presto lasciare il posto ad uno sconvolgimento totale, che colpisce la psiche dei residenti almeno quanto le fondamenta del loro matrimonio. I terrori inconsci di Theo sono spinti da un segreto inconfessabile, e i misteri intrinseci alla casa lo condurranno ad un passo dalla follia.

Il regista David Koepp torna su strade in parte già percorse con il precedente Secret Window: un protagonista schiavo delle proprie angosce lotta contro la logica, le deformità del tempo, e la propria schizofrenia. Ma questa volta, al racconto di Stephen King si sostituisce il romanzo di Daniel Kehlmann. Incubi preoccupanti scuotono il sonno. Segreti terrificanti dominano la veglia. E gli uni e gli altri si susseguono e si rincorrono con tanta forza da legarsi e confondersi. Ma il gioco del sogno che si fa realtà e della realtà che si fa sogno è in fondo poca cosa: che lo si colga nei suoi termini concettuali, o come elemento di puro spettacolo, l’amalgama di realtà qui presentato non convince e non appassiona. E viene da chiedersi se il rimescolamento continuo delle carte in tavola non sia altro che l’effetto di un preoccupante vuoto di fondo. Koepp modella il tempo e rovescia gli spazi, spinto dalla voglia di colpire le aspettative del pubblico. I suoi colpi di scena mutano il dramma famigliare in una versione paranormale di Parasite.

Ma il regista è assolutamente disinteressato alle questioni foucaultiane che permeano la dimensione spaziale del domicilio. E’ invece attratto dal senso spettacolare degli spazi impossibili. Porte che si stagliano dove prima non c’erano, corridoi nascosti nel buio della casa, e l’intero edificio che è più largo al suo interno che dall’esterno. Gli elementi d’interesse non mancano, ma il film li restituisce con poca convinzione. You Should Have Left è un thriller stanco, d’impianto televisivo, che non appassiona abbastanza e non inquieta per niente. Ma al tempo stesso, un film innocuo, sufficientemente anonimo per non toccare la bassezza assoluta, e quindi così timido da lasciarsi dimenticare presto.