Featured Image

Wish Upon

2017
Titolo Originale:
Wish Upon
REGIA:
John R. Leonetti
CAST:
Joey King (Clare Shannon)
Raegan Revord (Giovane Clare Shannon)
Ki Hong Lee (Ryan Hui)

Il nostro giudizio

Wish Upon è un film del 2017, diretto da John R. Leonetti

In una società integralmente dominata da malcontento e insofferenza strisciante, al punto da indurre l’uomo comune a desiderare pressoché l’impossibile, il cinema di genere ha spesso tentato di metaforizzare tale patologica condizione tramite la figura archetipica dell’oggetto maledetto, dotato di una tale forza soprannaturale da esigere sovente un tributo (generalmente di sangue) al fine di permettere il raggiungimento del proprio anelato obiettivo. Ed è così che, pur rimanendo entro i comodi e sicuri binari dell’intrattenimento mainstream di puro consumo, John R. Leonetti – reduce dalla fatica di Wolves at the Door – confeziona con Wish Upon un prodotto senza infamia né lode perfettamente in linea con tale filosofia contemporanea, un racconto in cui, senza alcuna particolare originalità tematica, viene nuovamente ribadita l’idea del desiderio quale ricettacolo di inaspettate gioie, ma anche di imprevisti e terribili dolori. Cresciuta tra mille difficoltà all’ombra del suicido della madre (Elisabeth Röhm) e potendo contare esclusivamente sul sostegno delle amiche June (Shannon Purser) e Meredith (Sydney Park), l’adolescente Clare (Joey King) riceve in regalo dal padre (Ryan Philippe) un misterioso scrigno, casualmente rinvenuto in un cassonetto dell’immondizia, coperto di antichi e arcani ideogrammi cinesi che ne rivelano un presunto potere occulto, ovvero l’incredibile capacità di esaudire sette desideri.

dentro 1

Inizialmente scettica, la ragazza finisce per saggiare con mano l’effettiva potenzialità del manufatto, scoprendone tuttavia un terribile risvolto: per ciascun desiderio esaudito è necessario un equivalente tributo di sangue. Sarà solo l’inizio di una sequela di terribili eventi che sfuggiranno totalmente al controllo della giovane, mettendo in serio pericolo gli affetti a lei più cari. “Pensa bene a quello che desideri!”. Gli oscuri echi del sibillino ammonimento racchiuso nella celebre tagline di Wishmaster si fanno ben sentire all’interno di questo Wish Upon – così come anche numerose analogie tematiche provenienti dal recente e alquanto discusso adattamento occidentale del manga Death Note –, dimostrando come il lavoro di mestiere compiuto da Lionetti non vada più in là di un semplice prodotto derivativo a uso e consumo di un pubblico adolescenziale voglioso esclusivamente di sterili spaventi a buon mercato, i quali, peraltro, latitano nel corso di tutti i novanta minuti della pellicola.

dentro 2

Mettendo in campo l’intero consueto campionario estetico d’impeccabile fattura, caratterizzato da sghembe inquadrature grandangolari e fluidi movimenti di macchina, l’autore di Annabelle tenta addirittura di sostanziare Wish Upon con un substrato di temi alquanto scottanti legati alle psicosi più devianti dei nostri giorni – tra cui il cyberbullismo, la ricerca della fama, la pervasività tecnologica attraverso l’iperesposizione agli universi social e persino quel delirante fenomeno d’infantilismo videoludico che è Pokémon GO –, risultando in verità più pedante che altro e riducendo il tutto a un’asfittica versione young adult di Final Destination, in cui si assiste a una profusione di morti tanto più creative e voyeuristiche quanto sempre meno credibili. In un prodotto come Wish Upon non c’è davvero molto da ricercare, all’infuori di un passatempo domenicale senza pretese e nel quale si può almeno avere la magra consolazione di ammirare, seppur per poche inquadrature, quel frizzante (e ormai attempato) tipetto di Sheriyl Fenn intenta a dare il minimo sindacale fuori dall’universo surreale di Twin Peaks.