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Why Don’t You Play in Hell?

Titolo Originale:
Jigoku de naze warui
REGIA:
Sion Sono
CAST:
Jun Kunimura (Boss Muto)
Fumi Nikaidô (Michiko)
Shin'ichi Tsutsumi (Boss Ikegami)

Il nostro giudizio

Why Don’t You Play in Hell? è un film del 2013, diretto da Shion Sono.

Hirata, che sogna di diventare regista, filma una rissa tra uomini della yakuza. Questo coinvolge lui e la sua troupe nella guerra in corso tra i clan Muto e Ikegama. La giovane Mitsuko, figlia del boss Muto, è un’attrice mancata. A un certo punto il boss assumerà Hirata per far girare a Mitsuko il suo primo film da protagonista…

Shion Sono esplora il genere yakuza eiga, i film di gangster giapponesi, con Why Don’t You Play In Hell? Il “poeta” giapponese si è fatto conoscere con titoli intensi e violentemente perversi come Suicide Club (2001), Love Exposure (2008) o più recentemente Guilty of Romance (2011) e il suo universo sofisticato l’ha imposto come uno degli autori imprescindibili del nuovo cinema giapponese. Quindi immaginatevi l’emozione quando ha annunciato che il suo prossimo capolavoro sarebbe stato un film di mafia che voleva rendere omaggio a Kill Bill.

Che cosa dovevamo aspettarci da un personaggio così atipico? Risposta: una bomba! Why Don’t You Play In Hell?, proietta lo spettatore in una triangolazione assurda fra Muto (Jun Kunimura), padrino dei Yakuza, la figlia Mitsuko, un’aspirante attrice, e i Fucking Bombers, un gruppo di cinefili borderline che sognano di fare un film. Grazie a qualche artificio di scrittura piuttosto gradevole, Sono ci regala una delle scene di ripresa più epiche di sempre, quando i Bombers filmano dal vivo lo scontro finale tra le gang mafiose per offrire a Mitsuko l’occasione di dimostrare il suo vero talento e salvare l’onore del vecchio genitore. Shion Sono orchestra le spettacolari scene d’azione con bravura tecnica e bagni di emoglobina, ma Why Don’t You Play In Hell? non è solo questo, è anche e soprattutto una selvaggia dichiarazione d’amore al cinema. Il messaggio è limpido e Muto lo trasmette in un grido: «è un’urgenza. Si deve girare un film!» Questa è l’essenza dell’arte di Shion Sono.