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Where to invade next

2015
Titolo Originale:
Where to invade next
REGIA:
Michael Moore

Il nostro giudizio

Where to invade next è un film del 2016, diretto da Michael Moore

Torna a far parlare di sé. Col suo solito modo da paladino del giustizialismo, con quell’aurea anti-americana che lo contraddistingue, Michael Moore torna con un nuovo documentario, Where To Invade Next. Attraverso un vero e proprio viaggio nel vecchio continente, Moore tenta di “esportare” tutti quegli elementi benevoli per la sua tanto vituperata terra natia ovvero gli Stati Uniti d’America. Incominciando dall’Italia passando poi per la Francia, attraversando il versante nordico dell’Europa (Finlandia, Norvegia) azzardando pure una particolare visita in Islanda, Moore sconfina ogni limite, perdendosi nella sua solita battaglia ideologica senza fine. Nonostante un eccessivo demagogismo, Moore mostra le componenti positive dei vari Paesi europei (e non solo), nel tentativo di sollecitare gli Stati Uniti a una maggiore sensibilizzazione verso il proprio popolo. Armato di bandierone statunitense, si diverte a “colonizzare” gli stati europei nei quali fa visita, manifestando un atteggiamento sospeso fra lo scoramento e lo speranzoso.

Where To Invade Next può essere visto come il film-documentario più provocatorio di Michael Moore. Attraverso un’apparente commedia, il regista adotta quella sua solita salace ironia, capace di indispettire ma al tempo stesso di deliziare. Polemico ma efficace, Moore rappresenta un “Don Chisciotte” contemporaneo, sempre pronto a “battersi” per la sua causa ideologica. Irridere gli Stati Uniti d’America per lui è solamente un pretesto. Dietro alla corazza anti-americana, l’amore che sprigiona per il suo Paese appare evidente. Palese come l’ “obiettivo” sia quello di far “risorgere” gli Stati Uniti, rimembrandogli principi sociali utili per migliorare la nazione. Non è assimilazione, quella di Moore, ma voglia di documentare, scuotere le coscienze dell’americano medio, mostrandogli stili di vita tanto lontani quanto vicini. Soffermandosi sui soli aspetti positivi dei Paesi europei nei quali fa visita, indirettamente Moore accusa come elementi “cancerogeni” degli Stati Uniti, capitalismo e affarismo, rei di aver adulterato la sobrietà della nazione.

Perdono e Redenzione, ma anche trasparenza e maggior solidarismo, rappresentano gli elementi che compongono “lo slogan mooreniano” per tutto il film. Where To Invade Next ama documentare una globalizzazione sana, costruttiva, utile per qualsiasi tipo di modello sociale eterogeneo. La peculiarità di questo lavoro sta anche nella capacità dello stesso Moore di spiegare la genesi del film, facendo comprendere allo spettatore, in maniera empatica, il suo forte desiderio di manifestare il vero “sogno americano”. Un disinnamoramento dettato da una passione profonda verso il proprio Paese. Un Michael Moore pioniere, determinato a far rammentare, che quei principi bonari mostrati nel suo “tour invasivo” in Europa, provengano in realtà proprio dagli Stati Uniti d’America.