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Welcome Home

2018
Titolo Originale:
Welcome Home
REGIA:
George Ratliff
CAST:
Aaron Paul (Bryan)
Emily Ratajkowski (Cassie)
Riccardo Scamarcio (Federico)

Il nostro giudizio

Welcome Home è un film del 2018, diretto da George Ratliff.

Girato da George Ratliff, Welcome Home è un prodotto made in USA girato però interamente in Italia, per la precisione a Todi, in provincia di Perugia; italiano è anche uno dei tre interpreti, Riccardo Scamarcio, ultimamente sempre più in vista nel cinema italiano e internazionale, e particolarmente a suo agio nel ruolo del villain, al contrario di quanto facevano pensare le sue prime commedie. Trattasi di un thriller psicologico, ascrivibile al filone degli home-invasion e con echi da trap-movie; le fondamenta narrative sono semplici ma efficaci: tre protagonisti, una casa isolata, un gioco al massacro che si dipana in modo graduale, insomma un po’ nel solco di classici del genere come Funny Games , The Strangers e Knock Knock. Il film, con una sceneggiatura solida che non ha picchi di ingegnosità ma neanche cadute di livello, è basato in buona parte sulle performance degli attori: due sex-symbol come Scamarcio e la supermodella Emily Ratajkowski insieme al valido Aaron Paul, che passa però in secondo piano rispetto agli altri due. Bryan (Paul) e Cassie (la Ratajkowski) sono una coppia in crisi, che per ravvivare il rapporto decide di fare una vacanza in Italia: lui non riesce a superare il trauma di quando scoprì il tradimento della compagna, e ciò gli impedisce di avere una normale vita sessuale.

Il tempo trascorre quieto nella campagna italiana, fino a quando la coppia conosce Federico (Scamarcio), un uomo che possiede una casa rurale vicino alla loro: Cassie rimane subito affascinata dai suoi modi gentili, permettendogli di entrare sempre più nella loro vita, nonostante il parere contrario del marito, che non gradisce questo misterioso personaggio e la sua invadenza. Si accorgeranno troppo tardi che Federico non è chi dice di essere, e che sono entrati in un macabro gioco pronto a sfuggire di mano. Welcome Home – che indica il sito attraverso cui la coppia affitta la villetta ma è anche un ironico “Benvenuti a casa” per i due protagonisti – inizia in modo abbastanza lento, forse volutamente, per dedicare più spazio alla descrizione dei personaggi che non all’azione. La narrazione scorre comunque in maniera gradevole, e la regia è abile nell’inserire gradualmente l’elemento thriller, il gioco morboso, che sappiamo inizierà presto ma non sappiamo né quando né in che modo. Il quid inquietante si palesa inizialmente attraverso le inquadrature di Scamarcio in versione voyeur e stalker, di fronte a molteplici schermi che riprendono quanto accade nella casa, una sorta di Grande Fratello in versione mistery.

La vita di Bryan e Cassie scorre in modo più o meno normale, squarciata da flashback con immagini lisergiche, quasi allucinogene, sul tradimento della donna – elemento stilistico che tornerà anche in altre situazioni. Scamarcio, sicuramente l’attore più in parte del trio, incrocia la loro vita in modo (apparentemente) casuale e compare in modo misterioso nei momenti più impensabili – ulteriori indizi che suggeriscono allo spettatore che qualcosa sta per succedere. Come ogni home invasion, buona parte del film è girata negli interni della villetta: rurali, quasi gotici, apparentemente tranquilli ma che nascondono stanze nascoste e passaggi segreti – niente in Welcome Home è come sembra, tutto nasconde possibili minacce – e anche gli esterni bucolici sono inquietanti per il senso di isolamento che trasmettono. La verità è rivelata gradualmente, sia ai personaggi sia allo spettatore, e la suspense è mantenuta a buoni livelli, fino all’impennata di violenza a cui assistiamo quando ha inizio la vera e propria “invasione” della casa, passando dal voyeurismo ai cadaveri da nascondere. Welcome Home è dunque un thriller più che buono, ma ci sono varie cose che non funzionano. Innanzitutto, il potenziale erotico è poco sfruttato: la Ratajkowski non compare mai in nudo integrale, e anche la scena bondage con Scamarcio (un po’ in stile 50 sfumature di grigio) è molto soft, ed è un vero peccato visti gli interpreti. L’altro aspetto che non convince del tutto è l’estetica, senza infamia né lode: fotografia e montaggio “scolastici”, un’estetica di discreto impatto ma non particolarmente creativa (e lo stesso dicasi per la colonna sonora).