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We Are X

2016
Titolo Originale:
We Are X
REGIA:
Stephen Kijak
CAST:
Yoshiki Hayashi (se stesso)
Toshimitsu Deyama (se stesso)
Tomoaki Ishizuka (se stesso)

Il nostro giudizio

We Are X è un documentario del 2016, diretto da Stephen Kijak

Lo statunitense Stephen Kijak, classe 1969, è noto per i suoi eccellenti documentari musicali: da Jaco Pastorius agli Stones passando per Scott Walker, negli anni il regista ha offerto ritratti peculiari legati al mondo del rock, con qualche eccezione, ad esempio il doc cult Cinemania (2002), incentrato su un gruppo di fans ossessivi della celluloide. We Are X (2016) è stato presentato in anteprima il 14 Ottobre al Festival dei Popoli di Firenze ed è uscito nelle nostre sale il 30 Ottobre, a distribuzione Drafthouse. La band metal X Japan, leggendaria in Giappone e non troppo conosciuta altrove, è protagonista di un ritratto accorato e suggestivo: si va al di là del doc “solo per fans”, assumendo una dimensione drammatica e narrativa non facile da ritrovare in questo tipo di prodotti. La travagliata storia del gruppo ha contribuito in modo incisivo all’ottima riuscita di We Are X: gli X Japan si sono formati nel 1982, creando un precedente nel panorama nipponico, piuttosto povero in materia di metallo pesante. Esponenti del visual kei, il corrispettivo orientale del glam rock, hanno iniziato come gruppo speed-metal, per poi passare a registri maggiormente melodici e symphonic-rock.

We Are X

Una storia lunga e tormentata: Yoshiki, nato nel 1965 e che vediamo sempre con gli occhiali scuri, figura che pare senza età e presa di peso da un manga, è batterista e leader carismatico. Adorato al pari di una divinità in patria, narra la storia del gruppo, che ha subito una molteplicità di sventure: Yoshiki suona nonostante una malattia congenita, unita a una brutta asma che lo porta a collassare quasi ogni volta dietro al drumkit, a fine concerto; il vocalist, Toshi, era finito in una setta e due membri, l’amatissimo chitarrista Hide e il bassista Taiji, si sono suicidati, rispettivamente nel 1998 e nel 2011. La band si è ufficialmente sciolta nel 1997, per poi riformarsi dieci anni dopo. Kijak riprende con maestria, lasciando i membri del gruppo liberi di raccontare e raccontarsi, mostrando l’isteria dei fans giapponesi, che ha superato i limiti in quanto, sia col suicidio di Hide che con lo scioglimento della band, si sono registrati non pochi suicidi, roba che si credeva relegata ai tempi di Rodolfo Valentino.

We Are X

We Are X, oltre che un ottimo doc su una band che, secondo Gene Simmons dei Kiss «se fosse nata in America sarebbe stata la più grande del mondo», è uno spaccato di un angolo di cultura giapponese a noi poco noto ossia quello della scena rock, che mostra le zone d’ombra del music business: la band è la più famosa della storia del Giappone, eppure venne inizialmente emarginata a livello internazionale a causa dell’ostacolo linguistico. Numerosi gli interventi d’eccezione tra cui quello di Stan Lee, che nel 2011 ha dedicato un fumetto a Yoshiki, Blood Red Dragon, pubblicato dalla McFarlane: un’icona rock che diviene supereroe in un comic che è culto della personalità. Inoltre, ci sono il già citato Gene Simmons e Marilyn Manson, altra icona excessive . Un tripudio di musica, colori e bizzarrie da un lato, dall’altro un vero e proprio dramma a tinte forti che ci mostra, tra le altre cose, quanto sia diverso essere rockstar in Giappone piuttosto che negli USA. Da non perdere sia per curiosità, sia per scoprire una band che avrebbe davvero meritato un successo planetario.