Featured Image

Violent Shit – The Movie

2015
Titolo Originale:
Violent Shit – The Movie
REGIA:
Luigi Pastore
CAST:
Giovanni Lombardo Radice (Professor Vassago)
Antonio Zequila (Senator Vinci)
Lilli Carati (The Occultist)

Il nostro giudizio

Violent Shit – The Movie è un film del 2015, diretto da Luigi Pastore.

Luigi Pastore, dopoCome una crisalide (2010), dirige e co-produce un horror particolarissimo che ha iniziato con successo il suo viaggio in vari festival internazionali: Violent Shit – The Movie (2015), che si colloca a metà strada fra remake, sequel e reboot del celebre Violent shit tedesco di Andreas Schnaas (1989). Dalla Germania, la vicenda si sposta a Roma, dove Karl The Butcher si è trasferito dopo le stragi compiute in terra natia: l’agente di polizia D’Amato (Vincenzo Pezzopane) deve investigare su una serie di efferati omicidi insieme all’agente Ebert (Steve Aquilina) dell’Interpol, giunto da Amburgo, poiché questi delitti che ricordano il modus operandi di KTB, innanzitutto per lo smembramento dei cadaveri. Ebert ipotizza che gli omicidi seguano un rituale esoterico, e le indagini portano i due agenti al misterioso professor Vassago (Giovanni Lombardo Radice), che sembra nascondere qualcosa. Nel frattempo, un altro assassino si aggira in città: il  senatore Vinci (Antonio Zequila), che sevizia e uccide giovani vittime. Che ci sia un collegamento tra i due fatti?

La figura di KTB è ripresa nello specifico dai capitoli 2 e 3 della saga, in cui il corpulento assassino indossa la caratteristica maschera di ferro e l’abbigliamento verde-militare, qui accompagnato da un machete; dal primo Violent shit Pastore riprende invece l’incipit con Karl bambino maltrattato dalla madre (Stefania Visconti) e trasformato in assassino da un Boogeyman che spunta dal buio. La regia ha il merito di non cadere nella trappola del facile “splatterone” a imitazione di Schnaas: intendiamoci, sangue e budella ci sono e in abbondanza, ma dosati nel corso del film, perché il regista innanzitutto costruisce una storia da raccontare, e in base alla narrazione colloca lo splatter seguendo un climax ascendente che culmina nella mattanza finale. Gli effetti speciali sono di puro artigianato (nel senso buono) e realizzati con cura certosina dallo specialista David Bracci, che qui ha modo di sbizzarrirsi nelle crudeltà più estreme: corpi fatti a pezzi in mezzo ai topi, rasoiate sulla carne, sbudellamenti, teste e braccia fatti a pezzi col machete, decapitazioni e tipici flutti di sangue che schizzano con forza; una menzione a parte per due scene impressionanti, una ragazza a cui viene estratta la colonna vertebrale dalla schiena e la dettagliata evirazione in primo piano di un uomo. 

Violent Shit – The Movie gioca molto su omaggi e citazioni, sia nei nomi sia nel cast: i gustosi cammei di Enzo G. Castellari e Luigi Cozzi (due anziani ispettori che rimproverano i giovani agenti), Antonio Tentori, Barbara Magnolfi e Fabrizio Capucci. Una citazione a parte merita l’interpretazione postuma di Lilli Carati, diva del nostro cinema anni ’70 scomparsa il 20 ottobre 2014 e alla quale il film è dedicato: il regista recupera una scena da La fiaba di Dorian, un suo film iniziato e mai concluso per il sopraggiungere della malattia dell’attrice, e la riadatta nel ruolo iniziale di un’occultista – un’ottima scena, con un’intensa Carati e una fotografia in virato seppia. La fotografia è curata dallo stesso Pastore, e in alcune scene riprende le luci iperrealistiche verdi e azzurre in stile Bava e Argento – KTB nello scantinato, la ragazza seviziata da Zequila, il confronto fra Vassago e Karl – ma altrove se ne distanzia, per esempio nelle suggestive scene notturne di Roma (più dark e misteriosa che mai) o negli interni gotici e new-age. Come nella Crisalide, anche qui la colonna sonora riveste un ruolo primario, con le potenti musiche di Claudio Simonetti che alternano toni vivaci con altri più ossessivi e martellanti.