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Velvet Buzzsaw

2019
Titolo Originale:
Velvet Buzzsaw
REGIA:
Dan Gilroy
CAST:
Jake Gyllenhaal (Morf Vandewalt)
Rene Russo (Rhodora Haze)
Toni Collette (Gretchen)

Il nostro giudizio

Velvet Buzzsaw è un film del 2019, diretto da Dan Gilroy.

Nella nostra epoca materialista, fatta di consumismo sfrenato, spietata ambizione e ricerca iniziatica del superfluo, nemmeno l’arte si salva dal giogo del vil denaro. Forse, a dirla tutta, non l’ha quasi mai fatto, ma l’impietoso impero delle gallerie d’arte che Dan Gilroy presenta nel suo ultimo film, Velvet Buzzsaw, è sia lo specchio di una società moderna nichilista che una satirica frecciata alle sue peculiari psicosi. E così il successo, fine ultimo dell’esistenza tanto di ricchi galleristi quanto di consulenti opportunisti, viene elevato a status, a condizione elitaria che muove le fila dell’arte e degli artisti. Contrapposte a questo regime teocratico, dove mercanti e critici sono divinità dispensatrici di vita o morte, ci sono la passione e la purezza dell’arte intesa come espressione di un sentimento, come viscerale ricerca dell’io profondo di un’artista che non cede ai compromessi del mercato. Gilroy premia questa visione romantico-salvifica e per farlo si affida all’emblema della commercialità: Netflix. Dicotomia interessante, ma il colosso dello streaming è ormai portavoce di una distribuzione e produzione cinematografica aperta a nuove strade.

Velvet Buzzsaw è in qualche modo l’ideale gemello de Lo Sciacallo – Nightcrawler, opera prima del Gilroy regista, che qui si sposta dalla televisione al mondo dell’arte. È in questo ambiente che Josephine (Zawe Ashton), agente alle dipendenze della potente gallerista Rhodora Haze (Rene Russo), recupera casualmente numerosi dipinti appartenuti a un defunto vicino di casa solitario e sconosciuto. Le opere impressionano chiunque le veda, a partire dal critico d’arte Morf Vandewalt (Jake Gyllenhall), che si rende conto, suo malgrado, che i dipinti nascondono un potere ingannevole e letale per chiunque li sfrutti. Da questo spunto assolutamente molto intrigante viene partorito un film straordinariamente e divinamente deludente. Non serve a niente puntare il dito contro questo o quello, siamo davanti a uno sfacelo su tutti i fronti, un martirio della durata di due ore che sarebbe potuto durare meno della metà. Soprattutto perché in questo minutaggio non si prende la briga, forse volutamente, di spiegare alcunché di ciò che si sta vedendo. Largo all’immaginazione, chiarire qualcosa è troppo mainstream, noi siamo sofisticati.

Noioso e supponente, il primo lieve e delicatissimo guizzo arriva ben dopo la mezz’ora, quando già si è rimasti basiti per tutta l’inutilità che si è vista fino a quel momento. L’approccio di Gilroy all’horror, perché di questo stiamo trattando, è in punta di piedi, quasi non ci si volesse sporcare le mani, non si sapesse bene come, quando e cosa mostrare allo spettatore. Velvet Buzzsaw è una produzione sintomatica dell’attuale situazione cinematografica, dove una piattaforma come Netflix ha il potere di portare nel mondo un gioiello quale The Night Comes for Us e, al tempo stesso, produrre decine di film deprecabili alla pari di quello qui recensito. E non basta il buon cast, che include anche John Malkovic in un ruolo talmente superfluo da essere criminale, non basta l’accattivante approccio quasi meta cinematografico e, certamente, non basta neppure un plot sprecato in personaggi dimenticabili, dialoghi scialbi e scene tensive totalmente annichilite. È palese come certi elementi siano intenzionalmente sopra le righe, ma purtroppo la vacuità della narrazione e la casualità del paranormale rendono questa splendida facciata solo un film vuoto.