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Under the dome – Stagione 1

2013
Titolo Originale:
Under the dome
CAST:
Mike Vogel (Dale "Barbie" Barbara)
Rachelle Lefevre (Julia Shumway)
Natalie Martinez (Linda Esquivel)

Il nostro giudizio

Under the Dome – Stagione 1 è una serie tv del 2013, trasmessa per la prima volta in Italia nel 2013, ideata da Brian K. Vaughan.

Non è mai facile parlare delle trasposizioni cinematografiche dei romanzi di Stephen King. Ogni volta, ci sembra di entrare in una grossa roulette russa in cui in canna ci sarà o il proiettile mortale o un colpo scarico. Ci sono stati bei film (penso ovviamente a Shining, IT, Stand by me, Misery non deve morire, Le ali della libertà, L’ultima eclissi, Il miglio verde, 1408, The Mist o The night flyer) ma anche qualche pellicola discutibile (Cose preziose, Cuori in Atlantide, Desperation o La nonna). Sarebbe di certo stato difficile sintetizzare l’opera The Dome (la cupola), una bibbia di più di mille pagine, in un lungometraggio, così il lavoro del prolifico autore nordamericano si è pensato bene di dividerlo in alcune puntate e vedere cosa sarebbe accaduto. E in effetti, il risultato pende più di qua che di là: si può dire un lavoro ben riuscito che ha catturato l’interesse degli spettatori aggiudicandosi anche una seconda stagione già trasmessa e, sembrerebbe, pure una terza in fase di lavorazione. Tutto si svolge dentro i confini di Chester’s Mill, una piccola cittadina del Maine (e dove sennò?!), quando una misteriosa cupola trasparente e insonorizzante taglia fuori gli abitanti dal resto del mondo.

Trasformatasi presto nella loro prigione, questa garantirà una bella infarcitura di rapporti sociali, conflitti e misteri. Ogni cosa ruota intorno ad alcune domande chiave: Cosa è la cupola? Chi l’ha mandata e perché? È possibile uscirne? Il gioco sarà dunque quello di passare in rassegna tutte le possibili risposte (da quelle cospirazioniste a quelle metafisiche) senza mai abbracciarne definitivamente nessuna. La dinamica che viene fuori è quella della comunità ristretta, già classica in numerose serialità (Lost, Harper’s Island, in qualche modo anche Twin Peaks o la più recente Wayward Pines). Lo stesso King scrisse la sceneggiatura di una mini serie molto simile, La tempesta del secolo (1999), adattata poi a romanzo. La possibilità che viene data è, così, quella di far emergere lo spessore caratteriale dei personaggi in modo crudo, senza filtri, mettendone a nudo le emozioni in situazioni estreme. Tutto a Chester’s Mill, però, è volutamente ridotto all’osso, caricaturale: a iniziare dai nomi fino alle ossessioni dei protagonisti.

Ecco che allora i cattivi diventano buoni, con il machissimo Dale “Barbie” Barbara (interpretato da Mike Vogel), che dal nome non si direbbe, ma è un reduce di guerra coinvolto in un omicidio, il quale abbraccia la causa e intraprende una relazione amorosa con la giornalista Julia Shumway (la rossissima Rachelle Lefevre); o il sindaco della cittadina “Big Jim” Rennie (Dean Norris) che invece oscilla tra il suo senso di responsabilità da leader e i suoi sporchi affari; oppure suo figlio, che disonora la famiglia legando nello scantinato una giovane fanciulla rea di avergli spezzato il cuore. Qualcosa che esce dagli schermi, a dire il vero, c’è, come ad esempio la coppia di lesbiche con una figlia ribelle, ma tutto rientra immediatamente nei binari quando quest’ultima si innamora del nerd di turno. Insomma, Under the Dome non vuole di certo fare analisi politiche o riflessioni sull’animo umano, come forse era nell’intento del romanzo, ma si accontenta di cavalcare alcuni luoghi comuni senza dare mai la sensazione di essere presi in giro. Vogliamo forse condannarlo per questo?