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Tutte le donne di un uomo da nulla

2009
REGIA:
Roger A. Fratter
CAST:
Margherita Di Sarno (Giorgia)
Roger A. Fratter (Paolo Nullo)
Claudia Vismara (Cleta)

Il nostro giudizio

Tutte le donne di un uomo da nulla è un film del 2009, diretto da Roger A. Fratter.

Con questo film del 2009 Fratter aggiunge un ulteriore tassello alla sua cinematografia del femminile, centrata sulle donne, a loro dedicata, tutta rivolta al racconto dei corpi e delle psicologie dell’altra metà della mela. Sono sempre grattacapi, inutile girarci intorno, per l’uomo l’esplorazione dell’universo femminile assomiglia più all’addentrarsi in un buco nero nel quale ogni scoperta è sensazionale, sconvolgente, nonché capace di rovesciare la fisica, ovvero la logica delle cose, della realtà per come l’avevamo concepita sin lì. Il leit motiv è sempre quello di certificare le donne come il vero sesso dominante e attribuire agli uomini non la nomea bensì la sostanza di quell’antipatica etichetta di “sesso debole”. Stavolta però qualcosa cambia, nel senso che intanto il finale non intende essere necessariamente in sintonia con la premessa, ed inoltre la platea di figure femminili dipinte da Fratter si caratterizza per accenti sì forti e imperiosi, ma anche negativi, a tratti distruttivi e perniciosi.

Le protagoniste della cosmogonia di Paolo, fotografo fallito e remissivo, sono parecchie: la moglie Lorenza (Alessandra Di Lorenzo), tiranna e armata di un inesauribile sarcasmo nei confronti del marito, Cleta (Claudia Vismara) lolita un po’ sadica, fidanzata di Donato a cui Paolo deve migliaia di euro per una perdita a poker, Lorella attrice di fiction nonché diavolo sessualmente tentatore (e non sarebbe potuto essere altrimenti trattandosi di Luana Borgia), una studentessa senza nome (Viviana Bonazzi), apparentemente angelicata ma piuttosto pericolosa per Paolo, e Giorgia (Margherita Di Sarno) amica di Paolo e psicologa un po’ traballante, anche se tutto sommato quella dai tratti più “umani”. Come una pallina da flipper Paolo/Fratter rimbalza da una all’altra, da una situazione di dominazione (subita) e sottomissione all’altra. Non si ribella, non reagisce, incassa tutto, come un muro di gomma. Arriva egli stesso a dire di sé quanto affermato dalle sue mistress, lui “non vale niente“. C’è una chiave di volta però, che arriverà con l’estinzione del debito di gioco…

Film dopo film, mi sono reso conto di aver sempre inquadrato Fratter come regista, cosa che in effetti è, senza ombra di dubbio (oltre che montatore ed artefice delle storie che racconta), ma c’è anche il Fratter attore, sempre in sordina per via della sedia con scritto sopra “director”. E invece Fratter ha una sua dimensione anche sotto questo aspetto. Mi si è accesa improvvisamente la lampadina in testa proprio durante la visione di Tutte le donne di un uomo da nulla, dove il suo personaggio è quasi sempre in scena e funge da centro gravitazionale (anche se “maledetto”) di ogni evento e/o cataclisma sentimentale. Molto valida l’interpretazione del suo personaggio, misurata, calibrata nelle sue espressioni di pacatezza e “debolezza” prima, e di rivincita e determinazione dopo. Gli tengono testa tutte le leonesse del circo e qualcuna emerge più di altre; forse il personaggio della mefistofelica Vismara è un pelino troppo sopra le righe. Gradevoli le musiche, sempre appropriate, con tanto di citazioni/assonanze con i commenti sonori di qualche commedia erotica della golden age italiana. Quando Fratter esce da casa di Donato, dopo la partita a poker ad inizio film, e Cleta sbircia dalla finestra, mi è quasi parso di notare un omaggio/richiamo a fotogrammi similari di Profondo rosso (la veduta dalla finestra dell’appartamento nel quale viene uccisa Macha Méril), chissà se voluto o casuale. Molto interessante anche la presentazione della storia che Fratter si appresa a raccontare, la partita a poker, i vari personaggi introdotti uno dopo l’altro, ancora sui titoli di testa, mediante un gioco di filtri che cambiano continuamente rendendo l’incipit del film dinamico e accattivante.

Per approfondimenti: www.cineraglio.it