Featured Image

True Blood – Stagione 7

2014
Titolo Originale:
True Blood
CAST:
Anna Paquin (Sookie Stackhouse)
Stephen Moyer (Bill Compton)
Alexander Skarsgård (Eric Northman)

Il nostro giudizio

True Blood – Stagione 7 è una serie tv del 2014, andata in onda per la prima volta in Italia nel 2014, ideata da Brian Bruckner.

Avrebbe meritato destino migliore, True Blood. Quand’è apparsa sugli schermi HBO, nell’autunno del 2008, con il carico di curiosità generato dall’autore e showrunner Alan Ball, era sembrata immediatamente una bibita freschissima nel mare magnum di vampiri adolescenziali stucchevoli alla Twilight. Sì, pure in True Blood i succhiasangue sono maledettamente hot, ma appunto lo show spinge(va) il pedale dell’erotismo, sottolineando in maniera sfacciata la correlazione metaforica tra vampirismo e pulsione sessuale. Metafora, d’altronde, era la parola chiave (su tutte, quella dell’integrazione/repulsione per l’Altro), e le derive (sempre più) trash delle annate successive hanno saputo rendere la serie, per quanto altalenante, ancora più succosa.

Del morbo inarrestabile che ha afflitto True Blood – Stagione 7 negli anni (principalmente, la proliferazione incontrollata di personaggi e sottotrame) si è parlato alla nausea, ma nessuno avrebbe potuto prevedere un’ultima annata di tale bruttezza. Abbandonata da Ball al termine della quinta stagione (non senza aver già fatto danni: ricordate Marnie la strega?), la serie nelle mani dello sceneggiatore Brian Bruckner si è inizialmente riagganciata a una buona idea: tornare al conflitto primigenio, il nodo maggiormente interessante e coinvolgente, e cioè l’opposizione tra umani e vampiri, la reciproca e pericolosissima (per entrambi) attrazione, la fondamentale co-dipendenza gli uni dagli altri.

La sesta annata si è chiusa sulla proliferazione di un mortale virus tra i succhiasangue, con i vampiri costretti a raccattare umani sani per sopravvivere, e gli umani obbligati a fidarsi dei vampiri per non morire. Ma sgranando gli episodi della settima e ultima annata, la sensazione predominante è quella di trovarsi di fronte alla parodia esasperata (e neanche consapevole) di True Blood medesimo: storyline moltiplicate e poi troncate di netto, rivoli narrativi ininfluenti, recitazione sopra le righe, abuso di flashback smarmellati e un happy ending familista che in due minuti ribalta l’assunto delle precedenti sette stagioni. Ma d’altra parte, True Blood – Stagione 7 dichiara fin dalla sigla di voler fare cose cattive: evidentemente, è andata fino in fondo, senza vergogna, senza pietà.