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True Blood – Stagione 2

2009
Titolo Originale:
True Blood
CAST:
Anna Paquin (Sookie Stackhouse)
Stephen Moyer (Bill Compton)
Alexander Skarsgård (Eric Northman)

Il nostro giudizio

True Blood – Stagione 2 è una serie tv del 2009, trasmessa in Italia nel 2009, ideata da Alan Ball.

Due opposte, eppure affini, forme di cultualità estrema e psicosi collettiva aprono True Blood – Stagione 2, sviluppata in altrettanti filoni narrativi principali, che affondano le radici nella precedente; da una parte una menade, la misteriosa e affascinante Maryann, arrivata a Bon Temps attratta dall’esorcismo di Tara (1X10), mette in contatto prima lei, poi il resto della cittadina, con il proprio lato ferino, in una moderna versione dei dionisiaci baccanali; dall’altra Jason, venuto a conoscenza della Compagnia del Sole mentre era in arresto per omicidio (1X12), decide di partire per Dallas e lì incontra il fastidioso reverendo Newlin, e la biondissima e ochesca moglie Sarah. Senza dubbio è mantenuta quindi una certa continuità con la season 1, a cui si accompagna la ripresa e in alcuni ambiti amplificazione, di diverse delle sue componenti. In primo luogo è sempre un’indagine ad aprire il racconto; se precedentemente un serial killer (René Lenier), seminava cadaveri di donne amanti dei vampiri, in questo caso sin dalle sequenze iniziali (2×1) appare un corpo senza vita – e senza cuore –, che lascia presagire un macabro rituale. Ancora presente è anche la nota amorosa, ossia la travagliata storia tra Bill e Sookie, all’interno della quale stavolta il casus belli è la comparsa della neo-vampira Jessica (progenie dell’amato), a cui succedono un litigio, una fuga nel bosco e l’appiglio diegetico per portare la protagonista al Fangtasia (vizioso club per vampiri), in cui trova Lafayette (personaggio dalla continuativa presenza solo nella serie, visto che nel romanzo da cui la stagione 2 è liberamente tratta, Morti viventi a Dallas, è lui a essere trovato morto ab initio). Questi è imprigionato da Eric e in cambio della sua libertà la ragazza parte per Dallas alla ricerca di Godric (creatore del suddetto vampiro), scontrandosi così con la setta a cui ha preso parte il fratello.

È altresì riproposta e ampliata in varietà la matrice paranormale, che insieme a numerosi nosferatu e a un mutaforma è rimpolpata ora dalla duplice apparizione a Bom Temps della baccante Maryann e di una strana fiera tauriforme. Anche in questo caso si assiste all’interessante rielaborazione di una figura storico-letteraria, nella fattispecie appartenente alla drammaturgia classica; la donna è infatti presentata come una peculiare rivisitazione in chiave immortale e sovraumana delle antiche adoratrici di Dioniso che, invece di limitarsi a parteciparvi, utilizza i tradizionali riti di accoppiamento collettivo e sacrifici (quelli di cui Eschilo non ci dà un’idea poi così lontana dalla attuale resa televisiva) per liberare la libido degli abitanti di Bom Temps, nutrirsene e  invocare il suo dio. Inoltre anche l’integrazione, l’estremismo religioso e la loro connessione col sistema mediatico americano sono ulteriormente approfonditi; attraverso una setta di fanatici antivampiri dall’assetto militarista e dal messaggio cristianeggiante, viene mostrata la declinazione peggiore della pratica devozionale, che si trincera dietro dogmi interpretati ad uopo per scusare azioni di estrema violenza.

Costì il millenario vampiro Godric diviene quasi figura cristologica, che si lascia catturare ed è disposto a farsi crocifiggere all’alba (affrontando così morte certa) per ripacificare la propria specie con gli umani e indicare una via di convivenza. In ultimo è riconfermata l’aura marcatamente grottesca, che esagera e conferisce una declinazione ilare. A partire dallo stereotipo del fondamentalista esaltato rappresentato dai membri della Compagnia del Sole, alla goffa adesione ai baccanali dei conterranei di Sookie, tutto tende alla fine al lato trash, con picchi estremi in orge e ammucchiate caotiche. Tra serio e faceto, True Blood – Stagione 2 riesce ad essere più convincente, completa e coerente della prima e, replicando lo schema già utilizzato, introduce quella successiva, creando così un flusso diegetico continuo.