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Travelers

2016
Titolo Originale:
Travelers
REGIA:
Andy Mikita, William Waring, Helen Shaver, Martin Wood, Nick Hurran
CAST:
Eric McCormack (Grant MacLaren)
MacKenzie Porter (Marcy)
Nesta Cooper (Carly)

Il nostro giudizio

Travelers è una serie televisiva creata per Netflix e Showcase dal regista e produttore Brad Wright

I primi dodici episodi, in onda su Netflix dal 23 dicembre, narrano le vicende di 5 “viaggiatori” che tornano da un futuro lontano – ospitati da corpi di esseri umani in procinto di morire – per salvarci da una catastrofe, agendo seguendo protocolli e ordini che arrivano dal “Direttore”, intelligenza artificiale super partes. Le sorti del “nuovo mondo” sono affidate a Marcy (Mckenzie Porter), una giovane donna affetta da disabilità mentale, l’adolescente Trevor (Jared Abrahamson), Carly (Nesta Cooper), una madre single con un compagno violento, Philip (Reilly Dolman), uno studente che eredita dal corpo che abita la dipendenza dall’eroina; unico volto noto quello di Eric McCormack che nel film interpreta l’agente dell’FBI Gran McLaren e il leader del gruppo dei Travelers; infine c’è l’assistente sociale di Marcy, David (Patrick Gilmore), a lui solo spetta il compito di inserire qualche nota di ilarità nei momenti di alta tensione. La storia non è complessa e i colpi di scena più che veri “colpi” ricordano i tocchi alla porta della vicina di casa ottantaseienne che viene a chiederci un po’ di zucchero; tuttavia la serie vanta un cast che, se pur semi-sconosciuto, si mostra decisamente all’altezza delle aspettative.

Quanto al resto, Travelers si potrebbe definire un calderone di occasioni mancate: mancata è l’occasione di sviscerare le emozioni e gli animi dei personaggi che devono lottare con e nelle vite delle persone di cui hanno preso il corpo; mancata è l’opportunità di sviluppare con qualche spunto comico – di fatto appena accennato – i tentativi dei “ritornati dal futuro” di adattarsi alle abitudini del XXI secolo; mancata l’omissione della rassicurante retorica dei dialoghi e delle frasi-bomba alla Arnold Schwarzenegger e mancata, infine, la chance di risparmiare sui rumorosi e copiosi spari di pistola. Inverosimilmente, giustifica la devozione dei viaggiatori nei confronti del “Direttore”, un burattinaio artificiale che non poco ricorda il telaio di Wanted (film con Morgan Freeman e Angelina Jolie) che, attraverso un logaritmo chiaro solo agli sceneggiatori, decretava chi avesse diritto di vita e chi di morte.

Non è un caso se quel film l’abbiano apprezzato in 4 –  due dei quali solo per i tatuaggi della Jolie. Allo stesso modo, il tutt’altro che convincente “Direttore” dirige con messaggini telefonici – fortunatamente nel futuro ci saremo liberati delle emoticon – i suoi “soldati” che operano, trasgredendo gli ordini solo di rado, e proprio per questo è difficile non figurarselo come un grande Mago di Oz futuristico. C’è una domanda, tuttavia, che ritorna prepotentemente: ma perché abbiamo l’ossessione di dover salvare questo mondo a tutti i costi? Nella serie non sappiamo con chiarezza quale sia il vero pericolo; l’unica vera tragedia che i travelers ci annunciano e per cui sarebbe indispensabile assoldare un esercito che salvi il mondo dalla disfatta è che – a quanto pare – tra meno di un secolo saremo tutti vegani.