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Tom of Finland

2017
REGIA:
Dome Karukoski
CAST:
Pekka Strang (Touko Laaksonen)
Lauri Tilkanen (Veli)
Jessica Grabowsky (Kaija)

Il nostro giudizio

Tom of Finland è un film del 2017, diretto da Dome Karukoski

Molti conoscono l’arte rivoluzionaria, in termini stilistici, di Tom della Finlandia, ma pochi sono a conoscenza della storia dell’uomo che si nasconde dietro a essa: al rientro dal fronte del Secondo conflitto Mondiale si rivela a Touko Laaksonen (Pekka Strang) la vita in tempi di pace che non si discosta molto da quella in tempi di guerra. Nella Finlandia degli anni 50, da omosessuale, Touko, infatti, non ha diritto all’amore e la strada verso la realizzazione personale appare piena di ostacoli. Il pericolo di persecuzioni penali contro i gay, all’epoca molto severe, è costante, e l’uomo trova rifugio e sfogo nel disegno di immagini a sfondo omoerotico che spesso si rifanno alla sua esperienza militare, con ritratti e sagome di uomini molto macho, riprodotti in pose plastiche e in situazioni spesso scabrose che ne esaltano il contenuto artistico e audace. E un po’ alla volta, sotto lo pseudonimo di Tom of Finland, “Tom della Finlandia”, la sua arte  intraprende una marcia trionfale: non solo  scatenando la “rivoluzione omosessuale” ma diventando anche la figura-simbolo di un’ intera generazione di giovani uomini.

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Dome Karukoski, già premiato regista, ci mostra come si confeziona una storia su un tema sempre controverso, attraverso una biografia narrata in un bel percorso tra estetica omosessuale e raffinato ritratto artistico. Tom of Finland, oltre a essere un avvincente biopic incentrato sulla vita e sull’opera del personaggio più influente della cultura omosessuale del ventesimo secolo, è composto con grande senso artistico e recitato con molta  passione e  sentimento. Insieme al protagonista, ottimi personaggi sono il suo storico  compagno e modello Veli (il delicato, raffinato, bellissimo Lauri Tilkanen) e la sorella Kaija (Jessica Grabowsky), pronta, per amore fraterno, a superare tutte le sue  resistenze nei confronti dell’identità sessuale di Tom (significativa  la sua battuta “l’importante è che non hai scelto come nome d’arte il cognome di famiglia”).

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Tom of Finland non è un film sull’omosessualità, o almeno non solo: il regista Karukoski porta sullo schermo una rassicurante storia di vero amore e di diritto alla libertà: un omaggio umano e dignitoso al meno ortodosso degli eroi nazionali finlandesi, scandito, e non poteva essere altrimenti, da una colonna sonora di brani ripescati dal più classico dei repertori (da Debussy a Sylvester, cantante icona omosessuale proprio negli anni della maggiore fama di Tom) che  si accompagnano alla delicata e varia colonna sonora originale di Lasse Enersen. E proprio un esplosivo  brano di Sylvester, Take me to Heaven, conclude il film con un’ondata di immagini che descrivono al meglio certe ambientazioni omo dell’ epoca, a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta, con i suoi “poliziotti “ sadomaso, alla Village People, o alla Frankie goes to Hollywood, che riescono a farci pervenire tutta la vitalità di un mondo dal quale non abbiamo nulla da temere.