Tom at the Farm è un film del 2013, diretto da Xavier Dolan.

Tom, giovane omosessuale, va a trovare la famiglia del fidanzato deceduto; qui dovrà vedersela con Francis, fratello del morto e con il cervello pervaso da pericolose intenzioni.

Xavier Dolan come massima rappresentazione dell’uomo perfetto: è bello, è giovane, è talentuoso, dirige, scrive e recita. Dopo tre film cool e narcisisti, retrò quanto basta per essere definiti cinefili e stilosi il giusto per dimostrare le proprie potenzialità da autentico erede del cinéma du look, stavolta l’autore canadese svolta in territori meno romantici deviando in un thriller che potrebbe essere stato concepito da Chabrol. Tom, giovane omosessuale, va a trovare la famiglia del fidanzato deceduto; qui dovrà vedersela con Francis, fratello del morto e con il cervello pervaso da pericolose intenzioni.

Tratto da una pièce teatrale di Michel Marc Bouchard, Tom at the Farm ha la solidità di un’esecuzione impeccabile: Dolan mette da parte il suo innegabile gusto per il barocco per concentrarsi sulla narrazione, prendendo lezioni di efficace asciuttismo dal maestro Hitchcock, con tanto di colonna sonora che sembra richiamare perennemente Bernard Herrmann. L’autore lavora sugli spazi chiusi ma nemmeno per un secondo si ha l’odore fastidiosissimo del teatro filmato: al contrario, in questo gioco di sottrazione, Dolan costruisce meticolosamente un’atmosfera di perversa malattia e inquietudine, in una storia di repressioni e frustrazioni celate che si squarciano nel più funereo silenzio.