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Tigers Are Not Afraid

2017
Titolo Originale:
Vuelven
REGIA:
Issa López
CAST:
Paola Lara (Estrella)
Juan Ramón López (El Shine)
Rodrigo Cortes (Pop)

Il nostro giudizio

Tigers Are Not Afraid è un film del 2017, diretto da Issa López.

Il realismo magico è quella corrente dove la favola smaschera se stessa, si confessa come forma narrativa rassicurante, con archetipi che fungono da appiglio per cercare di comprendere il reale attraverso il fantastico. Il principe, la magia, i tre desideri, un lieto fine, una morale. E poi la tigre (sissignori, la tigre) che arriva sulla scena quando tutte le sicurezze crollano di fronte all’imperversare della realtà. Ecco perché Tigers Are Not Afraid è opera ascrivibile al suddetto genere. Diretta da Issa López e passata anche dal Festival Internazionale del Film Fantastico di Parigi, racconta la storia della piccola Estrella (Paola Lara) nell’odierno Messico falcidiato dalla guerra tra bande di narcotrafficanti. Rimasta sola a seguito della scomparsa della madre, Estrella si ritrova costretta a unirsi a un gruppo di ragazzini di strada capeggiati dal rabbioso Shine (Juan Ramón López). La loro sarà però una continua fuga dai sicari del boss locale, El Chino (Tenoch Huerta). Come se questo non bastasse, la bambina sembra perseguitata da presenze sovrannaturali che solo lei riesce ad avvertire.

Era inevitabile che si creasse un parallelismo con Il labirinto del fauno di del Toro, date le somiglianze sia negli elementi minimi che nell’idea di base. Ciò che rende però il film della López un vero e proprio gioiello è il suo andare oltre rispetto al simile più famoso per creare un’ambientazione e un messaggio assolutamente propri. Il barrio messicano è privo di passaggi segreti e di angolini dove l’infanzia può tornare a essere libera: l’incubo si palesa ai giovani protagonisti sia in forma realistica che fantastica, li segue come l’irrefrenabile rivolo di sangue che rimane sempre alle calcagna di Estrella, macabro monito di quella che sarà la sua avventura. La narrazione scorre spietata sotto forma di fantastico romanzo di formazione in cui i protagonisti sono principi e guerrieri che vogliono diventare tigri. Un’aspirazione rappresentata in maniera toccante sin dai primi minuti, dal volto ferino e al tempo stesso terrorizzato del piccolo Shine, intento a sottrarre la pistola ad uno dei narcos e poi esitante nel rivolgergli l’arma contro. Sono proprio i giovani interpreti la grande forza di Tigers Are Not Afraid, con i loro sguardi pieni di stanchezza e rabbia animalesca, impegnati in una battaglia che, più che contro i villains, li vede opporsi alle proprie paure.

Los tigres no tienen miedo”, questo è il mantra che Estrella ripete nei momenti di maggior pericolo. Tutto nasce dalla favola che la maestra le chiede di scrivere in classe e prosegue con la storia che Shine racconta agli altri bambini della sua banda. L’evasione dalla realtà non è più dunque un rifugio, una zona franca dove non arrivano le pallottole, ma un percorso necessario per la conquista dell’elisir più prezioso di tutti: il coraggio. Non il coraggio degli eroi o del leone di Dorothy, piuttosto quello acquisito attraverso la sofferenza e la sottomissione: è così che Tigers Are Not Afraid smette di essere favola per diventare messaggio di speranza per le sorti di un paese martoriato e abbandonato. Altra “deltorata” direte voi, invece no. Il fantastico rimane presente e determina fattivamente le sorti della vicenda, come forza sovrannaturale, pressoché divina, chiamata a riportare equilibrio e giustizia nelle vicissitudini degli uomini. Il film di Issa López merita dunque di essere visto come un unicum, con la sua estetica ruvida e volutamente sporca. Speriamo un giorno di sentire, riferito a esso, anche la parola “cult”.