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They Reach

2020
Titolo Originale:
They Reach
REGIA:
Sylas Dall
CAST:
Mary Madaline Roe (Jessica)
Morgan Chandler (Sam)
Eden Campbell (Chedder)

Il nostro giudizio

They Reach è un film del 2020, diretto da Sylas Dall.

Pensate a un oggetto. Su, forza, uno qualunque, il primo che vi viene in mente. Fatto? Bene, con molta probabilità l’ammennicolo che vi sta ora frullando nella zucca avrà già fatto almeno una volta la sua bella comparsata su grande o piccolo schermo, ben infarcito di satanassi e spiritelli assortiti. Videocassette, carillon, scatole, macchine fotografiche e persino un camper, la lista degli utensili posseduti da forze sovrannaturali è lunga e variegata, per la gioia di parecchi registi e sceneggiatori a piede libero. Perciò non stupisce che, per il proprio battesimo del fuoco filmico, il buon Sylas Dall abbia scelto pure lui il suo bel manufatto maledetto, optando stavolta nientemeno che per un registratore a bobine. Non un registratore qualunque, sia ben chiaro, ma bensì lo stesso modello vintage sul cui nastro l’antica maledizione kandariana risvegliava i turbolenti demonacci de La casa di Raimi. Un caso? Proprio per nulla amici cari, poiché They Reach nasce, cresce e si sviluppa in ogni secondo della propria durata come un ennesimo stucchevolissimo omaggio alla gloriosa celluloide anni ’80, mescolando con bulimica e incontrollata frenesia sprazzi di cameratismo infantile alla Goonies con i sempreverdi rimasugli di mille e più possession movie in cui il Diavolo non alberga più fra i piaceri della carne umana ma fra le gracchianti superfici del nastro magnetico. Risultato? Parecchia noia e nulla di nuovo sotto il sole.

Riproponendo l’ormai inflazionatissimo modello all teen marchiato Stranger Things, They Reach ci spiattella le disavventure della giovanissima Jessica (Mary Madaline Roe), ancora in fresco lutto per la prematura morte dell’amato fratellino e venuta in possesso, tramite il solito incauto rovistare nell’altrettanto solito incauto negozio di robivecchi, di un registratore a bobine, il quale risulterà ben presto essere stato impiegato durante un rituale di esorcismo ai danni di un povero pupattolo indemoniato. Inutile dire che qualche traccia della demoniaca presenza parrebbe proprio essere rimasta impressa sul nastro incriminato, venendo risvegliata alla prima nefasta ascoltatina e generando un gran bordello. Toccherà alla nostra impavida eroina e ai suoi amichetti di merende Sam (Morgan Chandler) e Cheddar (Eden Campbell) prender coraggio e lottare contro le oscure forze del male, il tutto tra un giretto sulle immancabili bici customizzate abbigliati con i soliti e altrettanto immancabili berretti da baseball. D’altronde siamo o non siamo pur nel 1979? Con tutta l’onestà e la buona predisposizione d’animo possibili, va ormai preso atto che la nostalgia non può più essere invocata come scusa per cacciar fuori prodottini di genere faziosamente citazionisti e totalmente privi del più piccolo grammo di freschezza.

Anche a voler esser buoni, stando al gioco un’ultima volta, purtroppo They Reach rivela fin dal principio la propria totale pochezza di contenuti che lo rendono non tanto brutto, ma bensì inesorabilmente fastidioso. Fastidioso per il modo con cui il nostro esordiente cineasta, credendosi un Richard Donner 3.0, tenta inutilmente di dosare con equilibrio brivido e umorismo, confezionando una loffissima ratatuille con ogni ben di Dio di già visto e sentito, incapace di decidersi se guardare a un pubblico di adolescenti fuori tempo massimo o adulti con ancora un posticino nel loro cuore per le cazzabubbole prepuberali. Fastidioso per il modo con cui nulla di veramente sensato e succoso ci viene propinato durante i novanta interminabili minuti di visione, con continue strizzate d’occhio ai maestri del passato ma senza nemmeno una briciola del loro acume e talento. E infine, ultimo ma non meno importante, fastidiosissimo per il fatto di aver dimostrato ancora una volta la totale mancanza di coraggio e volontà da parte di una nuova generazione di registi nell’abbandonare i giocattoli della propria infanzia cinematografica per guardare a un futuro senza più demoni dei sogni dalle dita artiglianti, assassini con la maschera da hockey e pazzoidi armati di motosega. Sinceramente, dopo decenni passati a vedere e sentire pallide emulazioni di questo brutto tipo, è venuto il momento di dire basta. Ma basta sul serio!