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The Witch: Part 1. The Subversion

2018
Titolo Originale:
Manyeo
REGIA:
Park Hoon-jung
CAST:
Kim Da-mi (Ja-yoon)
Jo Min-su (Dr.ssa Baek)
Choi Woo-shik (Nobleman)

Il nostro giudizio

The Witch: Part 1. The Subversion è un film del 2018, diretto da Park Hoon-jung.

Volete un blockbuster? Eccovelo servito. Semplicemente perfetto, coinvolgente e crudele. Primo capitolo di un’ideale trilogia, The Witch: Part 1. The Subversion, dopo il grandissimo successo in patria, è approdato (oltre che al Trieste Science+Fiction Festival) al Florence Korea Film Fest, manifestazione interamente dedicata al cinema coreano, nella principale sezione di concorso dove presenziavano opere di maestri già conclamati come Kim Ki-duk, Lee Chang-dong e Kim Jee-Woon. Proprio con quest’ultimo aveva lavorato Park Hoon-jung, ieri sceneggiatore di I Saw the Devil e oggi regista di sicuro avvenire. Ok, siamo pur sempre all’inizio di un percorso e le somme vanno tirate in fondo, ma difficilmente si potrà apprezzare un prodotto così ben allestito in tutte le sue componenti, sia narrative che tecniche. E altrettanto arduo sarà togliersi dalla testa il sorriso-ghigno di Kim Da-mi, giovane attrice già super-popolare per aver dato un volto alla protagonista Ja-yoon. Ma chi è Ja-yoon? Questo verrebbe da chiedersi dall’inizio, quando una coppia avanti con gli anni la trova, smemorata e ricoperta di sangue, nelle vicinanze della loro fattoria.

Conquistati dalla sfortunata bambina, i due decidono di crescerla come loro figlia e di proteggerla dal suo oscuro passato. Diventata un’adolescente, Ja-yoon si iscriverà ad un talent show nella speranza di aiutare i suoi genitori, ormai in gravi condizioni economiche e di salute, salvo dover fare i conti con misteriosi individui che sembrano conoscere la sua vera identità. Al netto di oltre due ore di durata,  il film si prende i suoi tempi per presentare la sua protagonista e farla arrivare al momento della verità. Ja-yoon è una dolce ragazza di campagna, premurosa verso i genitori e accondiscendente nei confronti dell’entusiasta e logorroica migliore amica Myung-hee. Il racconto procede, convincente, inquadrando anche gli antagonisti, pronti a mettere le mani sull’inconsapevole vittima e a finire il lavoro iniziato anni prima. Da subito non ci sono mezzi termini: la violenza con cui i misteriosi ragazzi, dotati di capacità indubbiamente sovrumane e legati a doppio filo con Ja-yoon, si presentano è davvero esplicita e glacialmente spietata. Un ricorso alla brutalità che in loro avviene senza esitazione e col sorriso stampato in faccia. Siamo dunque ben lontani dal poter paragonare questo The Witch: Part 1. ad un qualsiasi sci-fi young adult occidentale, deo gratias aggiungerei.

Siamo in un diverso campo da gioco, anzi in un altro sport. Il cinema orientale ci ha abituati fin troppo bene nella componente action: nello specifico, la regia di Hoon-jung non è certo accostabile a quella di un John Woo, tuttavia le scene di combattimento raggiungono eccellenti livello di spettacolo ed “ignoranza”. Botte da orbi, sangue e pallottole in terra a migliaia, nella carneficina finale. Questo senza che si perda di vista il drama e lo sviluppo dei personaggi. Ed infine, come ciliegina sulla torta, il colpo di scena ben costruito e nascosto, una deviazione non più prevista dinanzi ad un percorso piuttosto coerente e plausibile. Soprattutto il coraggio di mettere in discussione anche l’unica figura positiva della storia, lasciandola però in quell’equilibrio scevro da dicotomie morali che possa farla galleggiare, nei prossimi capitoli, tra umanità e crudeltà. The Witch: Part 1. The Subversion si conclude, come norma, con alcuni punti di sospensione e lascia allo spettatore la consapevolezza di aver assistito ad una vera opera d’intrattenimento. Aspettiamo dunque trepidanti.