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The Vault

2017
Titolo Originale:
The Vault
REGIA:
Dan Bush
CAST:
Francesca Eastwood (Leah Dillon)
Taryn Manning (Vee Dillon)
Scott Haze (Michael Dillon)

Il nostro giudizio

The Vault è un film del 2017, diretto da Dan Bush

Il più importante lascito della postmodernità risiede sicuramente nella possibilità di contaminazione fra i generi, una prolifica e quanto mai provvidenziale strategia compositiva che ha permesso all’industria culturale – in special modo a quella cinematografica – di generare una serie di opere davvero molto interessanti. Pertanto, che cosa accadrebbe se, alla stregua del losco intruglio di un famelico mad doctor, si tentasse di ibridare il ghost movie classico con la meccanica di un bank robbery? Sicuramente qualcosa di quantomeno originale, tanto quanto lo è, a suo modo, The Vault, stranissimo oggetto filmico partorito, dopo oltre due anni di gestazione, dalla penna e dall’obiettivo di Dan Bush, un cineasta che ha dimostrato di non aver paura di rileggere il famoso sacro monito hooperiano al punto da riscriverlo completamente nei bizzarri termini di “non rapinate quella banca!”. E così, dopo decenni durante i quali il cinema “de paura” ci ha abituati a case infestate, cliniche infestate, luna park infestati e persino fattorie infestate, ecco ora spuntare, grazie a The Vault, addirittura una banca infestata, quella in cui le sorelle Vee (Taryn Manning) e Leah (Francesca Eastwood, ultima rampolla della prolifica stirpe del coriaceo Clint) hanno deciso di mettere in atto il colpo del secolo.

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Quando però il caveau principale si rivela poco fornito, la banda, di cui fa parte anche il fratello Michael (Scott Haze), su suggerimento del vicedirettore Ed Maas (un baffuto e stralunato James Franco) decide di trasferirsi nei sotterranei abbandonati dello stabile, dove pare esservi un deposito pieno di vecchie e ricche giacenze. Fra il personale aleggia tuttavia un’atmosfera di timore, dovuta a strane presenze ed eventi inspiegabili che sarebbero connessi a un terribile fatto di sangue accaduto nel 1982 durante una rapina finita male a opera di un pazzo mascherato. Ben presto la banda di criminali si troverà a verificare di persona la reale entità di queste leggende, pagando un prezzo ben più salato di qualche rata in sospeso. Già molto noto e apprezzato nell’ambiente grazie a una serie di corti, co-regie e all’ottima prova in solitaria di La ricostruzione di William Zero (2014), Bush decide di plasmare l’ossatura di The Vault attraverso un espediente narrativo – quello di un luogo circoscritto minacciato da una misteriosa e indecifrabile entità interna, più atmosferica che fisica – che richiama alla mente la meccanica del discreto Last Shift – così come anche le atmosfere del suggestivo Autopsy –, cercando tuttavia di rendere il tutto ancora più originale e interessante individuando nel caveau di una banca (e nei suoi lugubri antefatti) il luogo principe nel quale dare libro sfogo alla sequela di manifestazioni sovrannaturali.

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Ciò che tuttavia in un primo momento appare effettivamente fresco e ricco di promesse finisce per ripiegarsi rovinosamente su se stesso col passare dei minuti, dando luogo a una serie di soluzioni (in)degne solo del più scialbo prodotto di servizio, abbandonando l’iniziale suggestione tematica a favore di una serie infinita di noiosi jumpscares ed ectoplasmi fuori fuoco incapaci di generare il ben che minimo brivido persino in uno spettatore imberbe e facilmente suggestionabile, rendendo insipido e indigesto persino il potenzialmente spiazzante twist finale. Seppur confezionato nella migliore delle fogge, The Vault pecca imperdonabilmente nel momento in cui ostenta un’eccessiva sicurezza nei confronti delle proprie radici, dimenticandosi come l’albero, per poter crescere sano e forte, abbia soprattutto bisogno di una corteccia drammaturgica di un certo spessore e di un fogliame di idee necessariamente un poco più ricco.