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The Thinning

2016
Titolo Originale:
The Thinning
REGIA:
Kasy Jensen
CAST:
Logan Paul (Blake Redding)
Peyton List (Laina Michaels)
Calum Worthy (Kellan Woods)

Il nostro giudizio

The Thinning è un film del 2016, diretto da Michael J. Gallagher

L’universo audiovisivo, tanto nelle sue forme classiche quanto nelle nuove strutture multimediali, ha iniziato già da qualche tempo a sfornare timidamente i primi prodotti dell’era Trump, la maggior parte dei quali caratterizzati da uno spiccato orientamento critico nei confronti delle presunte derive xenofobe e autoritarie intraprese dalla nuova amministrazione a stelle e strisce. Dopo l’ottima prova di Netflix che con War Machine ha cercato di riscrivere con tono irriverente il falso mito bellico a cavallo fra presidenza Bush e il mancato Rinascimento di Obama, stavolta tocca alla piattaforma YouTube Red tentare l’azzardo, producendo e distribuendo The Thinning, uno young adult distopico (ebbene si, eccone un altro!) firmato da Michael J. Gallagher – giovanissima rivelazione dei viral movies salito agli onori della cronaca nel 2012 con il discusso Smiley – che fin dalle sue premesse emana uno sgradevole odore di stantio nel suo voler essere pretenziosamente politically incorrect ma rivelandosi quanto di più convenzionale si possa trovare oggi sul mercato.

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L’universo di The Thinning, frutto di un’insipida e asfittica sceneggiatura scritta a quattro mani dall’imberbe cineasta assieme a Steve Greene, ci proietta in un (ennesimo) prossimo futuro in cui la sopravvivenza del pianeta Terra è seriamente minacciata dalla sovrappopolazione, gravoso problema al quale l’ONU decide di rimediare chiedendo a ciascuno stato di contribuire con una riduzione del 5% sul totale dei propri abitanti. Mentre alcuni Paesi optano per l’eutanasia forzata nei confronti degli anziani piuttosto che per un ferreo controllo delle nascite, il Texas, sotto insistenza dell’esaltano governatore Redding (un Matthew Glave ennesimo repubblicano sciroccato e filofascista) sperimenta un innovativo sistema di eliminazione sistematica definito “diradamento” e messo in atto attraverso una spietata selezione scolastica tramite difficilissimi test impartiti fra i sei e diciotto anni d’età. Nonostante gli apparenti benefici del processo, quando la brillante studentessa Laina (Peyton List) viene inspiegabilmente bocciata e dunque condannata a essere eliminata, Blake (Logan Paul), primogenito del governatore, decide di boicottare la procedura inaugurata dal genitore, portando alla luce un’oscura e scandalosa verità opportunamente occulta che rischia di far crollare l’intero sistema.

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La bislacca idea balenata nella mente di Gallagher tenta di amalgamare le suggestioni distopico-estremiste dell’ingranaggio base della fortunata serie The Purge con una critica diretta nei confronti di alcuni fra i più ferrei sistemi di selezione scolastica presenti oggi al mondo (con particolare attenzione al modello giapponese), condendo il tutto con le atmosfere vintage-futuristiche importate direttamente da La fuga di Logan. Peccato però che Gallagher non sia Kinji Fukasaku e che The Thinning non si avvicini nemmeno lontanamente allo spessore di Battle Royale, rivelando invece tutti i limiti di una produzione manierista che getta bellamente alle ortiche qualunque possibilità di usare con coerenza un tema tutto sommato potenzialmente ricco di riflessioni sui meccanismi distorti dell’attualità. I cliché sbocciano come fiori da campo in primavera, tra cui l’ormai consueta (e qui obiettivamente inutile) milizia cyberpunk al servizio degli organi di potere e i soliti protagonisti bellocci e patinati alle prese con complotti governativi di quart’ordine che in confronto Hunger Games sembra un film d’autore.