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The Skeleton Key

2005
Titolo Originale:
The Skeleton Key
REGIA:
Iain Softley
CAST:
Kate Hudson (Caroline)
Gena Rowlands (Violet)
Peter Sarsgaard (Luke)

Il nostro giudizio

The Skeleton Key è un film del 2005, diretto da Iain Softley

Un cast di primo piano per un film che vanta una regia d’attori di tutto rispetto. Kate Hudson, Gena Rowlands, Peter Sarsgaard e John Hurt, sono i volti di un horror che ritrova il tema della casa abitata da segreti indicibili, portatori di sfortuna e violenza per chi osi avvicinarsi oltre il giardino. Caroline (la Hudson) ha venticinque anni e, dopo avere assistito alla morte di suo padre senza aver mosso un dito per lui, è in preda a un disperante senso di colpa: decide così di abbandonare il suo lavoro (è una manager di gruppi rock) per lasciarsi coinvolgere anima e corpo da un altro tipo di occupazione, che consiste nel prendersi cura di persone disagiate che hanno subito violenze o traumi. Si trasferisce, così, in Louisiana dove entra in contatto con Ben (John Hurt) che, dopo un incidente, non riesce più a parlare. Nella casa in cui Ben vive con sua moglie Violet (la Rowlands) si respira una strana atmosfera, e molte cose non sembrano trovare una spiegazione plausibile. L’incidente che ha reso Ben un disadattato, ad esempio, è nascosto dietro un velo di mistero. Si avverte, opprimente, la sensazione che tra le mura domestiche covi qualche oscuro segreto. Un giorno, Caroline scopre una chiave con cui riesce ad aprire la porta di una stanza segreta in cui trova sangue, capelli e altri accessori destinati ai riti voodoo. La moglie di Ben sembra sorpresa per la scoperta, ma Caroline si convince che in quella stanza abbia avuto origine il trauma dell’uomo…

La stanza misteriosa è un elemento archetipico del cinema horror incentrato sulle case maledette, e molto cinema del passato, di ispirazione romantico-letteraria, dedica un’attenzione particolare ai “doni” che si nascondono nelle abitazioni, nei giardini segreti o in quelli a labirinto. Per non dire delle molte case stregate stile Amityville o dei casi più estremi di abitazioni che si fanno padrone del destino altrui e si comportano come organismi viventi. In questi ultimi esempi, le abitazioni assorbono lo stile di vita dei loro abitanti e si trasformano in corpo-pensante, capace di trattare i malcapitati intrusi come carne da macello. The Skeleton Key è un film di ispirazione classica, che non eccede in simbolismi e preferisce assecondare le regole di una sintassi fedele alle temperature “in crescendo” della suspense tradizionale. I temi della colpa e del riscatto sono in primo piano, e vengono modulati secondo un’accezione americana e positiva, di contro a come gli stessi temi sono trattati in Europa, ad esempio in recenti horror di matrice spagnola.

Qui, tutto sommato, il trauma di Ben ha una sua spiegazione comprensibile, mentre gli sviluppi del racconto disegnano un mondo sotterraneo malato ma non per questo assimilabile tout court ai turbamenti di Caroline. Sebbene la regia di The Skeleton Key appaia abbastanza convenzionale, il cast offre prove decisamente sopra la media per un horror di questo tipo. Gena Rowlands è un piacevole ritorno, John Hurt è asciutto e alterato come da copione, mentre la Hudson regala freschezza e scatti d’inquietudine a un personaggio divorato dal rimorso. L’attesa, tante volte, è più interessante della scoperta del mistero, ma The Skeleton Key gioca bene le sue carte sia nel creare forte curiosità per il disvelamento dei segreti, sia nell’esibire tutte le funzionanti alchimie di un horror convenzionale ma capace, nella seconda parte, di aggredire con forza le corde emotive dello spettatore.