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The Sadness

2021
REGIA:
Rob Jabbaz
CAST:
Berant Zhu (Jim)
Regina (Kat)
Tzu-Chiang Wang (The Businessman)

Il nostro giudizio

The Sadness è un film del 2021, diretto da Rob Jabbaz.

Se per caso aveste ancora voglia di parlare di pandemia e di contagi, sul canale streaming di Midnight Factory sbarca The Sadness, horror appartenente al filone dei virus movie, che in questo momento si potrebbe tranquillamente definire covid-exploitation, e dello splatter. Opera di esordio di Rob Jabbaz, regista canadese stanziato a Taipei, The Sadness racconta dello scoppio di una pandemia a causa di un virus simile al raffreddore, che in poco tempo si rivela molto più letale: chi viene contagiato perde infatti ogni freno inibitore e si trasforma in una macchina assassina. Una macchina assassina affamata di sesso, nel caso non fosse bastata la violenza. In una Taipei devastata dalla brutalità dell’uomo, una giovane coppia tenterà di riunirsi per cercare assieme la salvezza. L’opera prima di Jabbaz si rivela un buono splatter, cattivo, spesso rivoltante, che prova a mostrare la depravazione umana nel suo aspetto più sanguinoso. Tolti gli ottimi effetti speciali, però, The Sadness è una pellicola dimenticabile. Jabbaz prova a elevare il suo film a metafora di una società malata e autodistruttiva, dove la malattia anziché cambiare le persone ne porta a galla il lato peggiore, ma – oltre ad infilare nel finale uno spiegone ammazzafilm di 15 minuti – sbaglia completamente i toni del racconto.

Con queste premesse e questi intenti ci si aspetta di trovarsi davanti un horror cupo e disperato, come anche suggerisce il titolo, i cui inserti splatter lascino senza fiato e disgustati. Si spera in un’atmosfera che prenda a piene mani da opere che hanno elevato il contagio al suo massimo potenziale narrativo, da 28 giorni dopo a The Walking Dead, in cui lo spettatore non si sente al sicuro in nessuna inquadratura e rimane col fiato sospeso fino ai titoli di coda. Qui non ci sono zombie, ma non siamo poi così lontani.  The Sadness, nonostante il messaggio di cui prova a farsi foriere, è raccontato con tutt’altro stile e altri toni: ci troviamo in una zona non ben precisata tra l’horror comedy alla Sam Raimi (i contagiati si comportano come i “posseduti” della trilogia de La casa) e lo splatter brillante delle prime opere di Peter Jackson, Bad Taste e Splatters, senza però toccarne la genialità.

Si capisce che in questa atmosfera di puro divertissement poco c’entra il tentativo di fare metafora sociale e di elevare questo film a qualcosa che non è. Ed è un vero peccato, perché nei suoi momenti puramente splatter funziona molto bene. I getti di sangue sono esagerati, le quantità dello stesso spropositate, la violenza è impattante e il film in più occasioni tira fuori antagonisti interessanti, fra tutti il vecchio pervertito in metropolitana, così particolare che quando cambia la sua arma da ombrello ad ascia quasi ti dispiace. Scene di puro intrattenimento che funzionano bene come tali, affossate da una sceneggiatura tremenda, da dialoghi noiosi e confusi e da una coppia di amanti che ci è totalmente indifferente. Che si ritroveranno o meno non ci interessa, e sembra che interessi poco anche a loro. Una piccola delusione, che tuttavia mostra del potenziale, e mentre ora chiudiamo la visione di questo film con tristezza possiamo sperare che Jabbaz nella prossima opera si scateni senza pensarci troppo su.