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The Report

2019
REGIA:
Scott Z. Burns
CAST:
Adam Driver (Daniel Jones)
Annette Bening (Dianne Feinstein)
Jon Hamm (Denis McDonaugh)

Il nostro giudizio

The Report è un film del 2019, diretto da Scott Z. Burns.

Esiste una vastissima corrente del cinema americano in grado di mettere in scena – attraverso vicende storiche o fittizie – il lato più sporco del Made in USA, le verità scomode, lo spionaggio più laido e antieroico, i complotti, spesso narrati tramite il giornalismo d’assalto. È così che negli anni Settanta sono nati capolavori quali Tutti gli uomini del Presidente e I tre giorni del Condor, una tradizione ripresa più di recente da registi come Oliver Stone (JFK, Snowden) o da film che sono diventati subito celebri come The Post e Il caso Spotlight (e qua su Nocturno prossimamente torneremo nel dettaglio su questo filone). Forse meno famoso, ma altrettanto riuscito ed eclatante, è The Report di Scott Z. Burns: un appassionato e appassionante j’accuse contro la CIA e tutto il sistema governativo americano; un film di denuncia che è anche un solidissimo thriller politico; un tipo di cinema scomodo e coraggioso che negli States non hanno rinunciato a produrre. Dietro la macchina da presa troviamo un regista che è solo al suo secondo lungometraggio, ma che dirige in modo eccellente, forte di una vasta esperienza da sceneggiatore (ricordiamo Panama Papers e il nuovo 007 No Time to Die) e di una lunga collaborazione col ben più celebre Steven Soderbergh. Che anche qua mette lo zampino in veste di produttore, garantendo un progetto ambizioso e di ampio respiro. La vicenda – sceneggiata dallo stesso Burns – è storica e ha come protagonista l’agente FBI Daniel Jones (Adam Driver): membro dello staff della senatrice Dianne Feinstein (Annette Bening), è assegnato a un’indagine da parte del Senato sui programmi di detenzione e interrogatorio condotti dalla CIA dopo l’11 settembre.

Attraverso lunghe e tortuose indagini, scopre la sconvolgente brutalità, immoralità e inefficacia dei metodi usati dagli agenti segreti: ma quando sta per rivelare la verità, la CIA e il governo si oppongono alla divulgazione dei risultati. Costruito con una sceneggiatura minuziosa, The Report corre a un ritmo sostenuto, persino frenetico in certi momenti per l’accumularsi di dati e personaggi, ma guidato da una regia sicura: è un film asciutto e incalzante, intricatissimo e storicamente rigoroso, ma al contempo condotto con una narrazione mozzafiato da vero thriller. È strutturato in una scansione temporale che segue (anche graficamente) una linea, ma al contempo è ricco di flashback sulle scoperte di Jones: virati in ocra, gli squarci temporali seguono il punto di vista della CIA e mettono in scena crudamente le torture eseguite sui prigionieri nei cosiddetti “siti neri”, dai pestaggi alle umiliazioni, dalla privazione del sonno al waterboarding (l’annegamento simulato). La storia è divisa in due parti, che transitano senza soluzione di continuità: la prima sulle indagini dell’agente, la seconda sulla Commissione del Senato e le conseguenze. Siamo un po’ dalle parti dei suddetti Tutti gli uomini del Presidente e The Post, ma qua le indagini non sono condotte da giornalisti, bensì da un uomo dell’FBI, dunque un uomo dello Stato: uno Stato i cui poteri sono spesso in conflitto fra loro, tanto da spingere il Senato a istituire un’apposita Commissione d’inchiesta sulla CIA.

Il contesto in cui si inserisce il nostro film è la lotta al terrorismo condotta dagli USA negli anni successivi l’11 settembre, con tutti gli interrogativi etici del caso. Se Oliver Stone con W. e Michael Moore con Fahreneit 9/11 avevano smascherato il sistema americano di Bush nella ricerca di un nemico esterno per scopi economici, Burns con The Report denuncia a viso aperto la CIA: che è descritta non come un’agenzia dello Stato, bensì come una sua sezione parallela e autonoma, simile a quella de I tre giorni del Condor. Tutto inquietante, ma terribilmente reale. Jones (un grande Driver) è un personaggio donchisciottesco, sostenuto solo dalla senatrice e da pochi collaboratori, addirittura messo sotto accusa, ma che riesce a portare a galla almeno una parte della verità: un programma di torture non solo barbaro ma anche inutile, poiché i veri risultati della caccia al terrorismo sono stati ottenuti da altri mezzi dell’Intelligence. The Report è un film estremamente attuale e coraggioso, e non si fa scrupolo a descrivere la CIA – per voce del protagonista – come esecutrice di crimini. Ma è altrettanto fondamentale la seconda parte, quando la regia si concentra sulla possibilità o meno di rivelare la verità: da una parte la Ragion di Stato e una cortina impenetrabile di segreti, dall’altra la necessità di dare voce alla parte più sana e democratica degli States. Jones rifiuta di fare come Snowden e passare il suo dossier ai giornali, preferendo perseguire la strada della legalità e dell’inchiesta: che si conclude con una vittoria, ma parziale e amara, della giustizia.