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The Privilege

2022
Titolo Originale:
Das Privileg
REGIA:
Felix Fuchssteiner, Katharina Schöde
CAST:
Max Schimmelpfennig (FInn Bergmann)
Lise Risom Olsen (Yvonne Bergmann)
Caroline Hartig (Anna)

Il nostro giudizio

The Privilege è un film del 2022, diretto da Felix Fuchssteiner e Katharina Schöde.

I teenagers chiamano, Netflix risponde. Ecco che dalle oscure profondità del catalogo tedesco della piattaforma arriva The Privilege, l’ennesimo filmetto di genere con una banda di terrorizzati high schooler come protagonisti. Gli studenti in questione, capitanati dal teutonico Finn, scoprono di essere vittime di una congiura farmaceutica operata dalle proprie facoltose famiglie: nelle medicine che vengono somministrate ai ragazzi vi sono tracce di un misterioso fungo che sembra provocare allucinazioni demoniache. Sarà realtà o illusione? Poco importa ai fini del meccanismo generale: The Privilege è concepito e realizzato secondo modalità così scontate che anche le poche qualità del film si annacquano in un copione di ovvia trasparenza, dove tutto è immediato e facilissimo. Un lavoretto che ha tutti i crismi per tornare nel meraviglioso dimenticatoio da cui è giunto.

Vero è che parlare male di questo genere di prodotto è come sparare sulla Croce Rossa, e forse un poco ingiusto – specie se si considera il tipo di professionalità coinvolta. Nessuno, a ben vedere, avrebbe mai chiesto ai registi Felix Fuchssteiner e Katharina Schöde, che all’attivo hanno una sfilza di simili prodotti “da piattaforma”, di tirare fuori il proverbiale coniglio dal cilindro e sorprenderci con la loro inventiva: stiamo sempre parlando, ricordiamolo, di semplice e onestissimo artigianato filmico. Lo sconforto vero, piuttosto, scaturisce nel constatare il modo piatto, sbarbato, senza verve con cui gli autori si adeguano alle banali richieste della piattaforma – non quelle del pubblico: ci rifiutiamo di pensare che lo spettatore medio possa assecondare una visione così sciapa. Regia piatta, protagonisti anonimi, look ripulito e amorfo: non ci si prova nemmeno ad andare oltre al minimo sindacabile.

Un peccato, perché in realtà dell’idea di fondo non è nemmeno tutto da rottamare. Tra cultisti-biologi, body horror demoniaco ed esoterismo baraccone gli spunti interessanti non mancano. C’è spazio pure per alcuni personaggi simpatici, come Lena, la lesbica super cool che affianca il protagonista nella sua avventura. Il problema vero è il frullatore-Netflix, che nel suo paradigma divoratore non lascia spazio a nessun fronzolo succulento. È un programma industriale di spaventosa economia produttiva-creativa dove, come al solito, l’industria prevale sull’inventiva e il divertimento diventa una questione di marketing. E così l’horror può essere solo di un certo tipo, digeribilissimo, senza grassi, con i personaggi di carta velina e i salti sulla poltrona ad nauseam. Tutto amorfo, tutto asettico, tutto a prova di vegetale. Lo spettatore irriducibile e con del tempo da ammazzare decida cosa farsene di questo The Privilege: va da sé che il cervello spento è un prerequisito fondamentale.