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The Party

2017
Titolo Originale:
The Party
REGIA:
Sally Potter
CAST:
Kristin Scott Thomas (Janet)
Timothy Spall (Bill)
Patricia Clarkson (April)

Il nostro giudizio

The Party è un film del 2017, diretto da Sally Potters

Il matrimonio è un argomento che si lascia meravigliosamente distruggere in tutti i suoi ingredienti: rituali che si è imparato ad odiare, frasi ripetute fino alla noia, il tradimento, presunto o reale. Uno o due Gin Tonic, Chardonnay a volontà, ed ecco che nessuno più riesce a tenere la bocca zitta. Chi ha paura di  Virginia Woolf? Tutti! Sempre. Perché il dramma matrimoniale è un classico della letteratura del teatro e del cinema e The Party ne è un loro riuscito sviluppo. Si tratta di un film che porta agli occhi lacrime di emozione, di compassione, di gioia e alla fine anche di riconoscimento nei personaggi. Quattro coppie si affacciano su quello che potremmo considerare un palco di ridotte dimensioni, un interno di un’ elegante villa a schiera londinese, e il richiamo va subito a Carnage di Roman Polanski. Qui una sera viene tutto alla ribalta e tutto analizzato, dimostrando come noi, eroi della civilizzazione, al momento opportuno gettiamo all’aria ogni nostro ideale. Si sta festeggiando la nomina di Janet a Ministro della Salute nel governo ombra. Finalmente! Una donna! Posto di comando! Quasi. Naturalmente ci è riuscita solo perché il suo uomo, il Professore, il suo Bill, le ha coperto le spalle, con buona pace di ogni sogno di emancipazione. E Sally Potters ne approfitta per mettere in scena una caduta del femminismo, nella sceneggiatura originale da lei scritta, in cui il tema matrimoniale viene sfruttato al massimo e analizzato in tante sfumature. Una pièce da camera, questo film della Potter, girato in classiche unità di tempo e di luogo e in un classico bianco/nero.

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Kristin Scott Thomas è nel ruolo di una sensibile Janet, che si sforza di essere umile ma che allo stesso tempo vibra di orgoglio per il suo successo politico, moralmente elevata ma purtroppo un po’ adultera. La sua controparte è la sua migliore amica, April di nome, Aprile come il nervoso mese, agilmente interpretata da Patricia Clarkson, bionda, cinica e molto dura, con strabilianti capacità di acuta osservazione. Sono queste due donne che rappresentano la coppia centrale della vicenda, anche perché Janet da tempo ha perso di vista il suo coniuge Bill. Che se ne sta seduto in avaria, malato terminale, in una poltrona di design danese al centro di un ambiente arredato con molto gusto. Dal suo raffinato impianto stereo parte un’originale colonna sonora, e ogni momento del viaggio personale dei protagonisti viene accompagnato da una musica diversa, grazie ai dischi di vinile che loro stessi fanno suonare una scena dopo l’altra, dal tango al reggae, dallo swing al jazz. Bill presto viene  soccorso in urgenza dal tedesco marito di April, una specie di esoterico santone dello yoga che Bruno Ganz interpreta alla perfezione come  se stesse in un vestito cucitogli su misura. La controparte, e non solo dal punto di vista stilistico, di Gottfried  è  Tom (Cillian Murphy), banchiere cocainomane vestito in Prada, rappresentato nella storia in maniera tale che grazie a lui accanto al romanzo viene servito anche il genere slapstick. A questi personaggi si aggiunge la coppia lesbo costituita dalla professoressa  Martha (Cherry Jones) e dalla sua studentessa (Emily Mortimer), fresche di matrimonio e di inseminazione artificiale, in attesa di tre gemelli.

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Tutti gli attori del cast sono stati, per scelta della regista, sempre contemporaneamente sul set durante le riprese. In questo spazio ristretto e intimo il film è stato girato con la camera  a mano, e il tutto dà un risultato di una tale concentrazione claustrofobica di energia e comicità, che da spettatori ci si dimentica quasi dei contenuti politici. Perché poi lo sfondo è naturalmente un orrendo sfondo oscuro, la Gran Bretagna sull’orlo del precipizio della Brexit, pronta alla morte come Lemming nei Monty Python. Tutti gli ideali sono scomparsi, tutte le illusioni sono svuotate come un pallone regolato dallo spirito del tempo. Tutto è strepitosamente comico pur di evitare che si pianga. Un sinistro divertimento, questo film, che bisognerebbe guardare in un loop senza fine che ci eviti di posare lo sguardo sulle tristi notizie provenienti da Londra. Sally Potter catapulta nella satira di The Party i suoi sei protagonisti, spingendoli giù dalla cima della montagna del femminismo, e lo fa in maniera estrema ed altamente comica, attraverso dialoghi di un’efficacia straordinaria. Il cinema britannico nella sua forma migliore.