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The Oak Room

2020
REGIA:
Cody Calahan
CAST:
RJ Mitte (Steve)
Peter Outerbridge (Paul)
Ari Millen (Michael)

Il nostro giudizio

The Oak Room è un film del 2020, diretto da  Cody Calahan.

Effimero, impalpabile, come un fiocco di neve. E tedioso, come il cinema che ci irrita. Quello dei parolai, della metanarrazione, dei kammerspiel improvvisati, dell’onanismo incontenibile di registi poco più che dilettanti. The Oak Room è passato all’ultimo Torino Film Festival, nella sezione Le Stanze di Rol, quella dedicata alle visioni più eccentriche, non allineate al comune sentire, e al comune vedere. Opera di Cody Calahan, regista canadese segnalatosi nell’horror dell’ultimo decennio con due Antisocial e un Let Her Out, è la trasposizione paro paro di un’opera teatrale, di Peter Genoway: una notte di inverno, mentre fischia il vento ed urla la bufera, un barista riceve la visita di un misterioso viandante, proprio mentre sta per sbaraccare e rincasare.

Costui è il figlio transfuga di un amico comune deceduto, ed è tornato in quel luogo per rivelare non precisati segreti, riappropriarsi di miseri resti, fare i conti, in senso biblico, col passato suo tutto. Ha poco tempo, perché al bar li raggiungerà una sorta di bounty killer già sulle sue tracce, ma intanto cattura l’attenzione del barista e comincia a raccontare. Parole, fiumi di parole, racconti  dentro racconti come nelle mille e una notte, di altri bar, con altri avventori solitari al cospetto di baristi sbaraccanti. Storie di traumi, e storie di persone traumatizzate da colpi di oggetti contundenti. Tutto ruota attorno a dei MacGuffin, degli oggetti importanti in quanto funzionali alla narrazione, siano cassette con ceneri di defunto o, più classicamente, valigie con malloppo, o altre amenità.

Le scatole cinesi dell’oralità si dischiudono progressivamente a svelare il mistero, ad indicare, più o meno chiaramente, il whodonot (copyright Alfred Hitchcock), ma l’azione non rileva, non è mai rilevante nel film, è tutto un gioco di ruoli, ma un gioco da tavolo, sotto una luce fioca, davanti ad una birra umida e ignara. Palese e velleitario il riferimento al role playing nel The Hateful Eight di Tarantino, senza un’oncia della visionarietà. The Oak Room è uno dei film dell’anno secondo Rotten Tomatoes, aggregatore di giudizi di critici e spettatori. Che dire? Mala tempora currunt