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The Noise of Engines

2021
Titolo Originale:
Le bruit des moteurs
REGIA:
Philippe Grégoire
CAST:
Marc Beaupré (Letellier)
Tanja Björk (Aðalbjörg)
Arnmundur Ernst Björnsson (Rainer)

Il nostro giudizio

The Noise of Engines è un film del 2021 diretto dal giovane esordiente Philippe Grégoire.

Presentato in concorso alla 39° edizione del Torino Film Festival, The Noise of Engines, il film canadese tanto atteso e passato precedentemente attraverso il SAN SEBASTIÁN INTERNATIONAL FILM FESTIVAL non incontra l’accoglienza e il successo sperato a causa di una ricerca estrema del grottesco e del provocatorio che conducono ben presto il film nella direzione del fallimento. Nel Quebec rurale del primo periodo Dolan (Tom à la ferme), Alexandre, un giovane addestratore del settore armi della dogana canadese, si ritrova improvvisamente costretto a tornare nel suo villaggio natale in seguito a un fatto tanto spiacevole quanto bizzarro che lo ha visto al centro di un’inchiesta interna per comportamenti sessuali deviati. Tutto cambia il giorno in cui Alexandre si imbatte in una misteriosa pilota da corsa arrivata fino a lì dall’Islanda che dà inizio ad una particolare e confusa relazione sentimentale sempre in bilico tra onirico e surreale. The Noise of Engines è un film che gioca e modella continuamente i generi senza tuttavia adattarsi e legarsi a un canone narrativo specifico restando in sospeso e apparendo perciò come un prodotto sperimentale in continua ricerca.

Infatti, fin dalle prime sequenze il film rivela un gusto interessante, atipico ed elegante per il grottesco e per un caustico e spietato black humor sul sesso in ogni sua declinazione. Un registro narrativo quest’ultimo che diviene chiaramente citazionista (ma senza minimamente raggiungerlo) di quel cinema alla Lanthimos ormai fin troppo riconoscibile e abusato dalla nuova vulgata di cineasti indipendenti del grottesco e del surreale. Philippe Grégoire commette i più classici errori degli esordi cinematografici, a partire da una focalizzazione esclusiva sul protagonista tralasciando non soltanto il contesto spaziale (interessante, anche se mai davvero approfondito), ma anche i personaggi secondari ridotti molto spesso a vere e proprie macchiette e perciò privi di quell’arco narrativo minimo e necessario allo sviluppo non soltanto di un’opinione, ma anche e soprattutto di un’emozione da parte del pubblico. Le intenzioni del film rispetto alla denuncia del moralismo e alla satira sull’arretratezza del costume di quei territori, seppur nobili e legate alla filmografia del già citato Xavier Dolan dimostrano non soltanto una mancanza di pathos e di interesse, ma anche un’assenza di punto di vista. L’esordio di Grégoire rivela intuizioni registiche non indifferenti perdendosi però sull’elaborazione estremizzata e provocatoria di uno stile altrui che poco ha a che fare con quella che è la scrittura del suo film. The Noise Of Engines, interessante ma derivativo