The Night è un film del 2020, diretto da Kourosh Ahari. 

Presentato alla 53° edizione del Sitges International Fantastic Film Festival, The Night è una di quelle sorprese che non ti aspetti all’interno di una cinematografia, quella iraniana, che finora, a parte quel gioiellino di Babak Anvari, Under the Shadow, non ha mai riservato grandi sorprese in termini di cinema fantastico. Diciamo a scanso di equivoci che, come nel caso di Under the Shadow, non si tratta di una produzione al 100% persiana e che una consistente fetta del budget arriva dagli Stati Uniti, dove il regista si è trasferito giovanissimo. Ma poco cambia, perché The Night in quella cultura affonda in profondità le radici e il risultato è sorprendente.

Kourosh Ahari, il regista, al suo terzo lungo (i primi due erano di tutt’altro genere) non ha forse ancora sviluppato quell’eleganza narrativa rigorosa di Anvari, ma di certo ha dimostrato di conoscere a fondo i meccanismi della paura. La storia: una coppia iraniana trasferitasi in America, torna a casa dopo una serata di baldoria con gli amici. Con loro il figlio in fasce. Durante il tragitto il marito, dal carattere fumantino accentuato dai fumi dell’alcol, si perde per le strade della città. Chiaramente, è troppo ubriaco per trovare la strada di casa. La moglie lo convince, non dopo poca insistenza, a pernottare in un hotel dall’atmosfera alquanto inquietante. Non perché si tratti di un luogo fatiscente, ma perché, a parte il portiere che li accoglie affabile, l’albergo è del tutto deserto. I due non ci fanno caso, del resto è ora tarda e tutti gli ospiti staranno presumibilmente dormendo. Errore fatale.

L’hotel è infestato dai fantasmi… fantasmi che la coppia scoprirà essere originati dai segreti del loro passato. Senza voler fare spoiler né tentare di evidenziare il sottotesto sociale che il film porta con sé, quello che più affascina di The Night è l’atmosfera angosciante, quel senso di claustrofobico isolamento che si stringe come un cappio intorno alla coppia e al bambino. Lo stesso sentimento di trappola disperata che si respirava nei corridoi dell’Overlook Hotel. Non è poco…