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The New Mutants

2020
REGIA:
Josh Boone
CAST:
Anya Taylor-Joy (Illyana Rasputin / Magik)
Maisie Williams (Rahne Sinclair / Wolfsbane)
Charlie Heaton (Samuel "Sam" Guthrie / Cannonball)

Il nostro giudizio

The New Mutants è un film del 2020, diretto da Josh Boone.

Danielle Moonstar, un’adolescente Cheyenne, viene svegliata dal padre nel cuore della notte. Qualcosa, secondo il padre un uragano o forse qualcosa di ben più spaventoso, sta devastando la riserva in cui vivono. L’uomo mette la figlia al sicuro nel cavo di un albero, e Danielle fa in tempo a vederlo morire prima di perdere coscienza. Si sveglia in un istituto, una struttura diretta dalla dottoressa Reyes, occupata da altri quattro ragazzi molto particolari: Roberto, Sam, Illyana e Rahne – interpretata da una Maisie Williams con un make up discutibile alle sopracciglia – con cui nasce una relazione. Tutti i ragazzi sono dotati di poteri straordinari quanto difficili da controllare, e tutti hanno un vissuto, un trauma legato ai loro poteri. Anche Danielle ha un potere, misterioso quanto incontrollabile. Ma, soprattutto, l’istituto è circondato da un campo di forza che non permette a nessuno di uscire.  Gli elementi per dare una svolta originale a un genere inflazionato come quello dei supereroi, in particolar modo in un periodo di pausa tra un’ondata e l’altra (gli universi cinematografici Marvel e DC stanno scaldando i motori), ci sarebbero tutti. La rilettura in chiave horror della compagine juniores degli X-Men prende spunto direttamente dalle pagine dei fumetti di due mostri sacri come Chris Claremont e Bill Sienkievicz.

Josh Boone prende una run classica degli anni ’80 e ne fa un film che, nelle intenzioni, dovrebbe portare una ventata di freschezza a un filone che inizia ad accartocciarsi un po’ sui propri stilemi. Peccato che, in definitiva, il risultato finale non sia all’altezza delle suddette intenzioni. L’idea è buona e non parte male ma, sulla lunga distanza, si perde per strada sprecando tutte le occasioni che una pellicola del genere offre. Per quanto già visto in diverse varianti, l’horror ospedaliero è un angolo facile da cui approcciare il genere, con le sue atmosfere claustrofobiche e inquietanti che pescano in una paura per molti atavica. Bisogna però spingere sul pedale e Boone ha paura. Il senso di minaccia, l’inquietudine, è tutto molto disinnescato, trattenuto, c’è solo un momento di reale tensione, con il lettino, la siringa e tutto in resto, ma la risoluzione è più che telefonata e a crederci si fa davvero fatica. Ed è un peccato perché la rivelazione del villain non è del tutto inaspettata ma non è nemmeno costruita male. C’è l’idea dell’horror ma manca la tensione, mancano il senso di impotenza e di minaccia, manca la voglia di intraprendere la strada fino in fondo. L’altro problema di The New Mutants è la caratterizzazione e l’utilizzo dei personaggi, che per una pellicola che si ispira ai fumetti di Chris Claremont, vero maestro in quest’arte, è un difetto grave.

Per un villain costruito piuttosto bene, niente di sconvolgente ma fa il suo lavoro, ci sono cinque protagonisti di cui due sono completamente inutili, la cui presenza è praticamente irrilevante nell’economia della storia. Inoltre, tutti e cinque sono buttati lì senza una reale esplorazione, ognuno ha i suoi cinque minuti di vetrina ma la ferita che sta alla base della caratterizzazione viene presentata in maniera abbastanza superficiale e, ancora una volta, non ha un vero ruolo nella storia. Giusto Illyana è approfondita quell’attimo di più, per via del suo ruolo di antagonista di Danielle che trova poi la sua redenzione, ma senza realmente andare a fondo. Tutti i protagonisti sono lì per fare la loro particina nella battaglia finale e poco altro, aiutati da una recitazione piuttosto incolore da cui si salva giusto Maisie Williams, senza comunque eccellere. L’uscita di The New Mutants è un riempitivo, l’ultimo strascico di un universo narrativo ormai concluso, quello degli X-Men targati Fox, di cui il film presenta qualche accenno a livello di continuity. Un’occasione mancata, ma questo si può dire di una buona metà del franchise.