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The moth diaries

2011
Titolo Originale:
The moth diaries
REGIA:
Mary Harron
CAST:
Sarah Bolger (Rebecca)
Lily Cole (Ernessa)
Sarah Gadon (Lucy) Scott Speedman

Il nostro giudizio

The Moth Diaries, letteralmente tradotto: I diari della falena, è il nuovo film di Mary Harron ed è stato presentato fuori concorso alla 68a edizione del Festival di Venezia.

Tratto dall’omonimo romanzo di Rachel Klein (inedito in Italia) è un horror giovanilistico tutto al femminile che rielabora in chiave contemporanea la figura del vampiro e il mito di Carmilla, non a caso citata più volte durante il film. Sarah Bolger (The Tudors) è Rebecca, una delle tante alunne iscritte in un rigido college femminile sorto sui resti di quello che una volta era stato un albergo. In un simile contesto non deve stupire che i rapporti tra le compagne di classe talvolta finiscano con l’andare ben oltre la semplice amicizia. Rebecca è particolarmente legata a Lucie (Sarah Gadon, già vista nei panni della moglie di Jung in A Dangerous Method di David Cronenberg), così quando Ernessa, l’ultima arrivata (Lily Cole, viso da extraterrestre, valorizzato da Sally Potter in Rage e poi in Parnassus), gliela porta via viene sopraffatta dalla gelosia. Che Ernessa nasconda qualcosa lo si capisce fin dalla prima inquadratura, ma dovranno susseguirsi alcuni decessi misteriosi prima che Rebecca si faccia forza e decida di affrontarla.

Al suo quarto lungometraggio la Harron, che aveva esordito negli anni Novanta con Ho sparato a Andy Warhol, e poi si era confrontata col romanzo cult di Bret Easton Ellis American Psycho e aveva raccontato la vita della pin-up Bettie Page, si cimenta per la prima volta con l’horror e tenta di dire qualcosa di nuovo sul tema dei vampiri con una maggiore maturità rispetto alle ingenuità di Twilight. Nonostante il cast di giovani attrici, e le premesse saffiche interessanti, il film purtroppo non decolla mai e la storia anziché diventare audacie e originale rimane banale e ingannevolmente pruriginosa. Peccato soprattutto per la presenza della Cole, che meritava di essere valorizzata di più. A lei comunque spetta il momento più riuscito e straniante di tutto il film, quando di fronte alla Bolger intona una buffa filastrocca, al termine della quale si scatena una pioggia di sangue. Davvero deludente.