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The Man in the Shadows

2017
Titolo Originale:
The Man in the Shadows
REGIA:
Joshua Freiman
CAST:
Rebecca Amzallag (Sally)
Nick Baillie (Scott Darwin)
Manuela Casinha (Drogata)

Il nostro giudizio

The Man in the Shadows è un film del 2017, diretto da Joshua Freiman

Al debutto come regista, dopo diversi anni di esperienza come direttore della fotografia, il canadese Joshua Freiman decide di cimentarsi con l’horror-thriller indipendente The Man in the Shadows, incentrato sul tema della paralisi del sonno (conosciuta anche come paralisi ipnagogica), disturbo per cui, nel momento prima di addormentarsi o, più spesso, al risveglio, ci si trova impossibilitati a muoversi. Argomento abbastanza topico negli ultimi tempi, dopo l’interessante  documentario The Nightmare (2015) e il poco riuscito Dead Awake (2016). L’intreccio ruota intorno a una coppia sposata da poco, Rachel (Sarah Jurgens) e Scott (Nick Baillie), che sta affrontando un periodo di crisi a causa di un tradimento di lui. Il film si apre direttamente su un incubo di Rachel, durante il quale la si vede in procinto di partorire un feto mostruoso mentre è affiancata da una strana figura nera di un uomo con un cappello a tesa larga. Le macabre visioni sembrano seguire la donna anche alla luce del giorno e mentre sta ancora cercando di capire se si tratti semplicemente di incubi o di allucinazioni vere e proprie, scoprirà che non è l’unica a essere perseguitata dall’uomo col cappello. La cultura popolare ha elaborato numerose spiegazioni del fenomeno della paralisi del sonno, che spesso viene attribuita a entità magiche o demoniache, come gli jinn in Egitto o il demone kanashibari in Giappone. In questo caso di tratterebbe, invece, del fantomatico Hat Man, l’uomo col cappello appunto.

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Durante una riunione per tossicodipendenti anonimi (lei ha avuto problemi di abuso di farmaci a causa di dolori alla schiena), Rachel si imbatte nello strambo  William (Adam Tomlinson, anche sceneggiatore e co-produttore del film) che le parla delle Shadow People, le persone delle ombre, esseri mitologici multidimensionali malvagi che si nutrono dell’ anima e della carne delle vittime, intenzionati a sottometterle e a portarle nel loro mondo (che lui stesso ha visto e su cui si sta documentando). Nel tentativo di rinsaldare il matrimonio, Scott porta Rachel in una baita sperduta nel bosco in cui lei possa anche fare delle foto naturalistiche (è una fotografa con una carriera un po’ in crisi), ma la gita non farà altro che convincerla della fondatezza delle sue visioni e insieme a William cercherà di prendere contatto con l’entità che la sta perseguitando, portando il confine tra realtà e immaginazione a diventare molto labile e con esiti sconvolgenti.

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Il co-protagonista e sceneggiatore di The Man in the Shadows, Adam Tomlinson, ha dichiarato che la storia è basata su proprie esperienze personali, affermando di aver visto egli stesso lo spettrale Hat Man e di aver successivamente appreso si trattasse di un fenomeno diffuso in tutto il mondo. Con premesse di questo genere, la storia avrebbe potuto traboccare tensione, ansia e terrore,  invece l’intreccio si sussegue scena dopo scena nella noia più assoluta, i personaggi non fanno altro che parlarsi addosso, esponendo fantasiose teorie di cospirazione che non arrivano da nessuna parte e finendo per far letteralmente addormentare lo spettatore. Visivamente The Man in the Shadows è anche realizzato in modo discreto, soprattutto trattandosi di un film low-budget, ma il plot soffre pesantemente a causa di una totale mancanza di empatia verso i personaggi e per una storia estremamente fragile, che non va mai veramente a fondo, con alcune scene davvero al limite del ridicolo. Dimenticabile.