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The Killing – Stagione 1

2011
Titolo Originale:
The Killing
CAST:
Mireille Enos (Sarah Linden)
Joel Kinnaman (Stephen Holder)
Billy Campbell (Darren Richmond)

Il nostro giudizio

The Killing – Stagione 1 è una serie tv del 2011, andata in onda per la prima volta in Italia nel 2011, ideata da Veena Sud.

Riguardo a The Killing, si sente parlare, da più parti, di “echi di Twin Peaks”. Non del tutto a sproposito: la nuova serie AMC – la rete via cavo americana che ha regalato al mondo Mad Men, Breaking Bad e The Walking Dead – ruota attorno all’omicidio misterioso di una studentessa diciassettenne, Rosie Larsen, trovata morta in un lago vicino a Seattle, e alle indagini che seguono il suo assassinio. Una ragazzina morta, dunque, una famiglia devastata, una comunità in lutto, degli investigatori concentrati sul caso: molto Twin Peaks, in effetti, e, verrebbe da dire, molto clichè. The Killing è il remake di Forbrydelsen, una serie televisiva danese reduce da un inaspettato successo europeo, prima in patria, poi in Gran Bretagna, e più che evocare il capolavoro anni ‘90 di Lynch, rimanda ad atmosfere allo stesso tempo più squallide e più familiari. è difficile, infatti, non pensare ai casi di cronaca nera che morbosamente ossessionano i nostri quotidiani: un maglioncino rosa trovato in un campo, mute di cani sguinzagliate in cerca di tracce, la costante attenzione dei media sul caso richiamano più le prime pagine dei giornali nostrani che il surreale universo lynchiano.

Le qualità di The Killing non sembrano risiedere nella trama che, lo si intuisce, suona abbastanza scontata. Semmai, la scommessa è quella di dilatare in una stagione il plot classico di una tipica puntata da poliziesco, attraverso una scomposizione narrativa: il racconto si frantuma, infatti, in – almeno – tre punti di vista differenti. C’è il piano delle indagini, che vede protagonisti la coppia di investigatori Sarah Linden e Stephen Holder, lei in procinto di lasciare Seattle per la California, lui appena sbarcato alla omicidi dopo una carriera in strada sotto copertura. C’è la famiglia della vittima alle prese con il dolore di una perdita incomprensibile e con la conseguente elaborazione del lutto. Infine, c’è il consigliere Richmond, un politico in piena campagna elettorale per l’elezione a sindaco, che finisce coinvolto nell’inchiesta. Lo show si prende dannatamente sul serio, e mentre riduce all’essenziale i dialoghi e le interazioni tra i personaggi, si adagia in un ritmo lento, senza risparmiarsi nell’esibizione di dettagli su cui altri noir, semplicemente, sorvolerebbero.

Complice una Seattle plumbea e incessantemente torturata dalla pioggia battente, The Killing sembra puntare, prima di tutto, all’immersione in uno scenario cupo, soffocante, senza scampo. Uno scenario molto vero, se non fosse che alcune prevedibilità di trama, si diceva, inevitabilmente rischiano di sabotare questo progetto di realismo. Gli autori, però, capitanati da Veena Sud, già sceneggiatrice di Cold Case, sono abbastanza abili da saper giocare con le aspettative dello spettatore esperto di gialli, catturandolo, seppure senza fuochi d’artificio, nella rete della storia. In ogni caso, l’esperimento funziona grazie alla carica ipnotica data dalla cadenza fluida degli avvenimenti e dai tempi dilatati. Ottime le interpretazioni degli attori, soprattutto quelle dei quattro protagonisti: Mireille Enos dà vita a una detective inedita, distaccata e poco loquace, caratteristiche più spesso appioppate alle sue controparti maschili; il suo collega, interpretato dall’attore svedese Joel Kinnaman, è fuori dalle righe quanto basta per essere intrigante; e Michelle Forbes e Brent Sexton, i coniugi Larsen, sanno portare sullo schermo tutto lo strazio per la perdita di un figlio.