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The Jack in the Box: Awakening

20200
Titolo Originale:
The Jack in the Box: Awakening
REGIA:
Lawrence Fowler
CAST:
Mollie Hindle (Amy)
Nicola Wright (Olga Marsdale)
Matt McClurie (Edgar)

Il nostro giudizio

The Jack in the Box: Awakening è un film del 2022, diretto da Lawrence Fowler.

La paura è dura a morire. Soprattutto quella che ha la forma di un satanico pagliaccione a molla desideroso di ben sei anime fresche di giornata per saziare il proprio famelico appetito. Era infatti questione di tempo prima che il buon Lawrence Fowler riesumasse l’ancora caldo e pulsante cadavere del suo ormai celebre – nel bene e nel male – spauracchio cinematografico con un inevitabile “risveglio” di cui, diciamoci pure la verità, nessuno certo sentiva una così impellente necessità al di fuori di una folle e sparuta masnada di irriducibili fan. Ed è indubbio infatti quanto The Jack in the Box: Awakening debba fare i conti con la propria natura di sequel ad uso e consumo di un pubblico diventato nel corso degli ultimi tempi particolarmente bulimico di brividozzi a buon mercato, pronti per essere ingollati in quantità industriali e inevitabilmente rigettati in tempi record lasciando soltanto una vaga sensazione di illusoria sazietà. Ne vien fuori dunque un prodotto pallido e anonimo quanto una galletta di riso soffiato, pervaso da una soffocante patina di déjà-vu infarcita di cliché e meccanismi ormai ampiamente rodati che tuttavia ci accompagnano senza troppi problemi per una spensierata oretta mezza durante la quale occhi e cervello vengono lasciati liberi di scorrazzare allegramente.

A doversela vedere con l’oscura sete di sangue del cuginastro troppo cresciuto del cattivissimo Jack Attack di quell’allegra masnada che furono di Demonic Toys sarà stavolta la bella Amy (Mollie Hindle), da poco assunta come governante dell’immensa e sinistra magione di proprietà della ricca Olga Marsdale (Nicola Wright), sofferente vecchiaccia venuta casualmente in possesso del malefico carillon protagonista del primo capitolo e disposta a stringere un malefico patto con il pagliaccioso demone che in esso abita, così da poter curare definitivamente l’implacabile cancro alle ossa che da un momento all’altro potrebbe condurla all’altro mondo. Ma si sa che il Diavolo è un mercante spietato desideroso di riscuotere quanto prima il proprio lauto prezzo, costringendo la decrepita megera e il di lei figlio Edgar (Matt McClurie) a falciare in lungo e in largo la povera servitù del caseggiato così da racimolare la mezza dozzina di anime necessarie a saldare il sanguinario debito contratto. Riuscirà dunque la nostra Amy a combattere il ghignante ed esoterico babau di turno senza cadere sotto le sue implacabili e artigliate grinfie? Chi vivrà, se vivrà, vedrà…

Al netto di tutto The Jack in the Box: Awakening appare come il classico filmettino a costo quasi zero confezionato con buon mestiere e nessuna particolare pretesa, decisamente meno frizzante del suo capostipite ma ugualmente capace di portarsi a casa una discreto carosello di accoppamenti, grida a squarciagola, inevitabili jumpscare a colpo di telefono e persino qualche pudica frattaglia qua e là. Pur viaggiando con il pilota automatico Fowler cerca tuttavia di rimestare un po’ il brodo della situazione, indugiando persino sull’originaria natura “umana” del suo malefico clown prima di tornare sui confortevoli binari di una storia che altro non è se non la copia carbone in salsa Downton Abbey del precedente capitolo. Si arriva dunque ai titoli di coda senza particolari scossoni o mal di pancia, consapevoli di aver assistito a un qualcosa di ben confezionato ma privo di una qualche particolare sostanza, qualcosa che difficilmente rimarrà impresso nella memoria più a lungo di uno starnuto ma ugualmente capace di solleticare a sprazzi la nostra curiosità. A patto ovviamente di essere disposti a farsi ancora spaventare da un tizio snodato e anoressico sbucato da uno scatolotto e che pare la versione zombificata di un trapezista del Cirque du Soleil.