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The Good Nurse

2022
REGIA:
Tobias Lindholm
CAST:
Eddie Redmayne (Charlie Cullen)
Jessica Chastain (Amy Loughren)
Nnamdi Asomugha (Danny Baldwin)

Il nostro giudizio

The Good Nurse è un film del 2022, diretto da Tobias Lindholm.

Netflix non vuole proprio dar tregua. Prima Jeffrey Dahmer, poi l’Osservatore di The Watcher e ora The Good Nurse. Una raffica di inquietanti storie vere, sparate a mo’ di mitraglietta e schivarle è pressocché impossibile. Il pubblico è avido di serial killer e di narrazioni paurose e al contempo affascinanti e così, visto che all’aumentare della domanda corrisponde un’offerta sempre più ampia, un nuovo assassino è pronto a far breccia nei nostri cuori. Un uomo che non ha mai dato spiegazioni sugli omicidi commessi né – cosa ancora più agghiacciante – mai alzato un dito sulle sue vittime: Charlie Cullen, un infermiere tramutatosi in angelo della morte. Dicevamo che si tratta di una storia vera. The Good Nurse, tratto dall’omonimo libro di Charles Graeber, racconta di Amy, bravissima infermiera molto amata dai suoi pazienti con una vita difficile al di fuori dell’ospedale in cui lavora. Sola, con due figlie piccole a cui badare e un grave problema al cuore che quotidianamente mette a rischio la sua salute. Un giorno viene trasferito da un altro ospedale Charlie, un collega con cui Amy condividerà i turni di notte e stringerà subito amicizia. Il giovane si dimostra gentile, comprensivo, una figura di supporto che nella sua vita mancava da molto tempo. Tuttavia, al trasferimento di Charlie cominciano a corrispondere delle morti misteriose in terapia intensiva, il reparto dove entrambi lavorano e il principale sospettato è proprio lui.

Un film da brividi per tante ragioni. Ironicamente si potrebbe dire che il regista Tobias Lindholm ha portato con sé il freddo tipico delle sue parti – lui è danese – trasferendolo e adattandolo perfettamente all’atmosfera ospedaliera che è poi il set principale del film. The Good Nurse è il cinema nordeuropeo, universalmente riconosciuto come visivamente raffinato, che incontra Hollywood per la presenza di due Premi Oscar nei ruoli principali, Eddie Redmayne e Jessica Chastain. Uno sposalizio riuscito che fa il suo dovere. A Lindholm non interessa scioccare per l’ennesima volta lo spettatore con immagini tragiche e visivamente d’impatto, ma giocare d’astuzia innescando un processo di terrore il cui punto massimo non è quello che ci si aspetta da una storia crime. Una scelta da brividi –ritornando al discorso sopracitato– e anche abbastanza coraggiosa è quella di prediligere l’aspetto umano sia del villain che della controparte buona. Da una parte e dall’altra l’imperativo categorico è quello di comprendere il perché. Nessun proposito di vendetta, men che meno da parte di Amy che ha lasciato Charlie entrare facilmente nella sua vita. Esplicativa in questo senso la scena finale del dialogo tra i due, molto toccante, quasi ci si dimentica d’avere a che fare con un serial killer il cui numero delle vittime stimate in circa 16 anni di lavoro ammonta a 400, tra un ospedale e l’altro.

Da tempo non si vedeva Redmayne così in forma, aveva proprio bisogno di un ruolo come questo. L’impassibilità che trasmette inizialmente il suo viso è in netta contrapposizione al tripudio di emozioni e sensazioni che rilascia nel momento in cui viene scoperto. Due fasi del suo personaggio che riesce a gestire egregiamente senza andare troppo oltre. Chastain altrettanto in parte, un ruolo il suo che racchiude una madre, una lavoratrice, una spia e una cittadina statunitense alle prese con un sistema sanitario malsano che la obbliga a scegliere tra salute e il binomio famiglia-lavoro. Proprio perché il filone crime pare essere sull’orlo della saturazione, al momento la capacità sta anche nel sapersi inserire a gamba tesa al suo interno e ritagliarsi un piccolo spazio. Lindholm ha portato a casa un risultato più che discreto.