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The Girl Who Got Away

2021
Titolo Originale:
The Girl Who Got Away
REGIA:
Michael Morrissey
CAST:
Lexi Johnson (Christina Bowden)
Kaye Tuckerman (Elizabeth Caulfield)
Chukwudi Iwuji (Jamie Nwosu )

Il nostro giudizio

The Girl Who Got Away è un film del 2021, diretto da Michael Morrissey.

I fari di una macchina rischiarano le tenebre che avvolgono una solitaria stradina a bordo di un’oscura foresta, dalla quale una donna inzaccherata di sangue e armata di coltello emerge all’improvviso. Gli occupanti della vettura, un padre e il suo giovane figlio, dopo un attimo di sgomento tirano dritto senza pensarci due volte. Ma ecco che di lì a poco la luce degli abbaglianti rivela una seconda sagoma, stavolta di una terrorizzata ragazzina intenta a fuggire e a chiedere disperatamente aiuto. È così che probabilmente inizierebbe un romanzo di James Patterson; con quella dose di mistero e tensione capaci di tenerci incollati alla pagine per un’intera nottata. Ed appunto con un tale crescendo di suspense degna del miglior racconto thriller che Michael Morrissey sceglie di aprire le cupe e incalzanti danze della sua opera seconda, rendendo The Girl Who Got Away una delle esperienze cinematografiche indubbiamente più avvolgenti e coinvolgenti degli ultimi stramaledettissimi annetti. Un angosciante, intricato e inquietante salto nel buio della mente umana, dove si celano le ombre dei traumi di un passato che appare tutt’altro che archiviato e che, al contrario, pare proprio destinato a tornare a vivere più fresco e letale che mai.

Un viaggio per lo più notturno quello di The Girl Who Got Away, un viaggio senza speranza in quella notte di tanto tempo prima in cui la giovanissima Christina (Lexi Johnson) e altre quattro povere compagne di sventura vennero rapite dai loro affetti e cresciute in cattività dalla folle e sadica Elizabeth Caulfield (Kaye Tuckerman). E fu appunto Christina l’unica ad vere il coraggio di fuggire dalla sua temibile aguzzina, permettendo alle autorità di arrestare quest’ultima non prima però che le altre povere piccole prigioniere incontrassero la morte nell’umido terriccio del cortile di una casa sperduta nel bosco. Rimessi insieme alla bell’è meglio i cocci della propria disastrata vita e divenuta maestra elementare, la fortunata sopravvissuta si prepara ora ad adottare Lisa (Willow McCarthy), giovane adolescente problematica con un trascorso molto simile al suo e nella quale trova ben più di qualche generica affinità. Ma ecco che il fragile idillio s’infrange di botto quando giunge a sorpresa la notizia dell’evasione della temuta rapitrice e serial killer dopo oltre vent’anni di prigionia. Ma qualcosa sembra proprio non tornare agli arguti occhi dell’agente Jamie Nwosu (Chukwudi Iwuji), che si domanda la natura delle misteriose crisi di sonnambulismo che portano Christina ad addentrarsi ogni notte nell’oscurità della foresta e, cosa più importante, come possa mai esserci la sadica Elizabeth dietro alla nuova scia di cadaveri che spuntano freschi freschi come mosche sullo sterco.

Nulla infatti è come appare in The Girl Who Got Away, dimostrando la straordinaria capacità tanto di penna quanto di obiettivo di un regista e sceneggiatore come Morrissey che già con il cupissimo Boy Wonder aveva dimostrato come tensione e violenza risiedano più in ciò che viene detto e suggerito piuttosto che  platealmente mostrato. E nonostante non lesini affatto di mostrate la brutalità tanto fisica quanto psicologica dell’essere umano, questo splendido, tesissimo e avvolgente thriller dalle marcate venature noir aziona fin da subito i più profondi e viscerali ingranaggi della nostra curiosità, tenendo cuore, occhio e cervello dello spettatore vispi e ben oliati dal principio alla fine, ripagando ogni singola briciola dell’attenzione impiegata nel corso della visione con un epilogo tanto criptico quanto irresistibilmente stuzzicante. Così come nelle asfissianti atmosfere investigative imbastite da John Lee Hancock in Fino all’ultimo indizio e al pari delle stratificate incrostazioni degli oscuri segreti sepolti da Jeremy Saulnier sotto il gelido tappeto di Hold the Dark, la detection di The Girl Who Got Away si dipana lenta e sinuosa per tutti i suoi centoquindici minuti di durata, portando alla luce, così come gli indecifrabili scavi notturni della sua altrettanto indecifrabile protagonista, una generosa ma mai eccessiva quantità di segreti e colpi di scena che aiutano solo in parte a comprendere una vicenda tutt’altro che limpida come ci si potrebbe aspettare. E non è certo un film limpido e chiarificatore quello che Morrissey ci apparecchia, ma piuttosto un torbido e melmoso bagno nelle buie e insidiose acque di un terrore creduto assopito ma vivo e pulsante come non mai. Se basta uno sbiadito riflesso catturato dal nastro di una vecchia VHS a ribaltare per intero le carte in tavola, beh, diciamo pure che il divertimento è appena cominciato.