Featured Image

The Feast

2021
Titolo Originale:
Gwledd
REGIA:
The Feast
CAST:
Annes Elwy (Cadi)
Nia Roberts (Glenda)
Julian Lewis Jones (Gwyn)

Il nostro giudizio

The Feast è un film del 2021 diretto da Lee Haven Jones.

Non ci sono più le cene di una volta, quelle dove i commensali sedevano per gustare le portate e chiacchierare sorseggiando un buon bicchiere di vino. Lee Haven Jones, come altri prima di lui, trasforma un momento conviviale in un’ultima cena a dir poco soffocante nonostante la grandiosità degli spazi. Girato interamente in gallese, The Feast è un esordio alla regia che lascia il segno e -fortunatamente- l’ultimo di una lunga serie, prova che ci sono ancora autori che hanno qualcosa da dire e soprattutto le idee ben chiare su come dirlo. Mai come in questo caso l’aggettivo che racchiude al meglio l’esperienza cinematografica è sensoriale. Siamo chiamati ad utilizzare tutti (o quasi) i cinque sensi, persino quelli più impensabili come il gusto. Glenda e Gwyn stanno organizzando una cena nella loro ultramoderna abitazione. Gwyn si diletta a cacciare delle lepri lì vicino per servirle agli ospiti la sera stessa, mentre Glenda chiama in aiuto Cadi, una cameriera di un locale in città, per assisterla in cucina e allestire la tavola nel migliore dei modi, poiché tiene molto all’apparenza. In un modo o nell’altro anche i due figli, Guto e Gweirydd, vengono assoldati dai genitori affinché tutto appaia perfetto agli occhi degli ospiti.

Tutto è pronto, o quasi, ma sin dall’inizio è palpabile un’atmosfera tutt’altro che gioiosa e l’arrivo di Cadi si rivela l’ago della bilancia che pende verso un tragico punto di non ritorno per tutti. L’autore con questo film si pone delle domande spaventosamente attuali su un tema caldo come quello ambientale e, alla fine, anche noi siamo interpellati sull’argomento. Una visione del dualismo uomo-natura assolutamente personale e per questo ancora più apprezzabile. La casa, quasi spazio unico entro cui il film si svolge, è in totale antitesi con ciò che la circonda. L’interno è asettico con uno stile moderno che stride fortemente con la natura al di fuori e che resterebbe incontaminata se non fosse intervenuto l’uomo a stuprarla. Un termine forte, ma questo ricordano le trivellazioni a cui assistiamo nella prima scena e un po’ è ciò che accade anche nella realtà. Il sottotesto di critica allo sfruttamento senza scrupoli della terra e della natura in generale non è immediatamente comprensibile, solo con il precipitare degli eventi diventa lampante il significato del ruolo di Cadi e il perché si trova lì.

Lee Haven Jones costruisce minuziosamente l’ambiente entro cui i personaggi e la stessa regia si muovono, quasi temendo ciò che si nasconde dietro ogni angolo della casa. Inoltre, dissemina qua e là tutti gli indizi del caso, basta solo aprire le orecchie e aguzzare la vista, perché non si può non essere spettatori attivi guardandolo. Coinvolge in maniera subdola ogni parte di noi, persino -come accennato sopra- il senso del gusto. Sì, perché il film nella seconda parte dà libero sfogo al sangue e alle scene truculente, alcune davvero disgustose e capaci di far distogliere lo sguardo per i più deboli di stomaco. Non bisogna mettere fretta a The Feast, perché va consapevolmente a combustione lenta, cresce pian piano, ma in maniera intelligente e raffinata. Lee Haven Jones ha realizzato un’opera potente che raggiunge picchi d’inquietudine e disagio davvero alti e il comparto sonoro nel restituire questa sensazione è fondamentale. Un film da vivere e pochi possono fregiarsi di esserlo di questi tempi