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The Eyes of Tammy Faye

2021
REGIA:
Michael Showalter
CAST:
Jessica Chastain (Tammy Faye Bakker)
Andrew Garfield (Jim Bakker)
Cherry Jones (Rachel)

Il nostro giudizio

The Eyes of Tammy Faye è un film del 2021, diretto da  Michael Showalter.

Buone notizie per chi si fosse perso il film per la televisione del 1990 chiamato Fall From Grace, in cui Kevin Spacey interpretava il malconcio evangelista televisivo Jim Bakker. Un’altra storia su Jim e la sua timida moglie in pensione, Tammy Faye, sostenitori delle trasmissioni basate sulla fede negli anni ’70 e ’80 che hanno fatto una fortuna di cui loro stessi hanno goduto la maggior parte dei benefici stessi, è davanti a noi. The Eyes of Tammy Faye, diretto da Michael Showalter, vede Andrew Garfield nei panni di Jim Bakker e Jessica Chastain con il suo make-up imponente (ciglia finte il suo segno di riconoscimento) come la sua metà. Anche se poi è difficile pensare a Tammy Faye come la metà di qualsiasi cosa, è lei al centro della scena in buona parte del film. Showalter ci riporta brevemente alle umili origini di Tammy Faye a International Falls, nel Minnesota.

Vediamo come da ragazzina è incantata dalle frenesie pentecostali che hanno luogo nella sua chiesa locale dalle dimensioni di una capanna, e come la sua testarda madre Rachel (Cherry Jones) la facesse piangere a tavola, commentando le sue lacrime con un “smettila di recitare”, insinuando la domanda che attraverserà tutto il film: le lacrime di Tammy Faye – o più tardi, il suo grido di lode all’Onnipotente e le sue eclatanti telefonate in diretta – sono reali o seguono un copione? Ma la Tammy bambina, investita da qualcosa di più grande di lei, non avrebbe riconosciuto la differenza tra le due varianti. La questione è stata in realtà chiarita per molti spettatori quando Jim è stato incarcerato per frode multipla nel 1989 e sua moglie è stata lasciata in libertà. È proprio a questo punto che il film esplode, e mentre Jim si riduce a una figura piccola e lamentosa, Tammy Faye si gonfia in un grande ibrido americano, sia predatorio che pio, e così inesorabilmente sincero che qualsiasi eccitazione per frode viene calpestata sotto i piedi. I suoi occhi, truccati con ciglia finte solide come ferro, hanno visto la gloria della venuta del Signore, e che nessuno osi affermare il contrario.

Jones è impressionante come sempre e Vincent D’Onofrio offre un ritratto oscuro e avvincente di Jerry Falwell, il Battista Savonarola che non esita a distruggere i Bakker per i loro peccati. Ma questo è il film della Chastain in tutto e per tutto. Canta a pieni polmoni; gioca con le bambole a beneficio degli aspiranti credenti; scoppia in una risatina da strega quando non c’è niente di cui ridere; e sfida una sequenza sempre più terrificante di parrucche, dimostrando che ciò che fa andare avanti il suo personaggio – a parte l’ovvio mix di rossetto, pellicce, Ativan, Diet Coke e Dio – è lo strano potere del genuinamente oltraggioso. E la sorpresa più grande in questo carnevale dei lacerati? Un’intervista in diretta televisiva con un giovane gay che si dichiara malato di AIDS e Tammy Faye che rischia l’ira di Falwell e delle sue truppe, le offre il suo amore assoluto. Anche le anime più derise possono fare la cosa giusta ogni tanto, ma soprattutto questa scena, ripresa dalla realtà, rappresenta una nota di modernità e di innovazione su una tematica che se ai giorni nostri sembra finalmente avviarsi verso considerazioni basate su accettazione ed apertura, qualche decennio fa, soprattutto in piena epoca di allarmismo AIDS/omosessualità, era davvero un atto coraggioso in un’America ancora troppo perbenista.