Featured Image

The Domestics

2018
Titolo Originale:
The Domestics
REGIA:
Mike P. Nelson
CAST:
Tyler Hoechlin (Mark)
Kate Bosworth (Nina)
Sonoya Mizuno (Betsy)

Il nostro giudizio

The Domestics è un film del 2018, diretto da Mike P. Nelson.

Chissà per quale oscuro e arcano motivo, ogni qual volta il cinema tenta d’immaginare un possibile futuro post apocalittico, finisce sempre che tamarraggine e motori assortiti spuntan fuori rigogliosi come funghetti di bosco. D’accordo che il seme di George Miller ha pienamente germogliato, facendo nascere schiere infinite di figli e figliastri del glorioso Mad Max, ma una qualche variazione sul tema, a oltre trent’anni suonati dal celeberrimo guerriero della strada desertica, sarebbe ormai pienamente gradita. E invece no, amici cari, avanti Savoia con la solita arida solfa, come se, al sopraggiungere di ogni possibile olocausto, la civiltà umana fosse immancabilmente destinata a imbracciare armi, borchie e marmitte per darsi alla pazza pazza gioia, in un’ideale post-America che gli stessi yankee non vedono certo di buon occhio. A voler essere onesti, però, ci sono quelli che, come il volenteroso Mike P. Nelson, ce la mettono davvero tutta per uscire un poco dagli schemi. Pazienza se poi non ce la fanno del tutto: almeno hanno avuto l’ardire di tentare. Ed è proprio all’insegna dell’ardimento che un prodotto come The Domestics deve, per forza di cose, essere venuto alla luce, pargolo illegittimo dello svitato Max di milleriana memoria e della peggio violenza gratuita tarantiniana, con un abbondante flusso del cinico sangue di La notte del giudizio a scorrergli caldo e ribollente nelle vene e un occhio sempre rivolto all’epopea post civile di The Road.

Antefatto: uno stormo di aerei grossi, brutti e parecchio cattivi inonda gli Stati Uniti di un gas tossico non meglio identificato ma un tantino più nocivo del buon DDT. Proseguo: i giovani e bellocci Mark (Tyler Hoechlin) e Nina (una Kate Bosworth tosta come il pane tostato, per citare il Goldmember di Austin Powers), interrotte le imminenti pratiche di divorzio a causa del sopraggiungere dell’Armageddon,  prendono armi e bagli per imbarcarsi in un rocambolesco viaggio della disperazione alla volta dell’idilliaca (?!) cittadina di Milwaukee, patria del ganzissimo Fonzie e unico possibile porto sicuro nel mezzo di un paese allo sbando totale. La gita, tuttavia, non sarà certo di piacere, soprattutto con alle calcagna ben cinque tamarrissime gangs dai nomi alquanto improbabili e dalle intenzioni tutt’altro che idilliache. Inutile dire che cervella ed emoglobina non verranno per nulla lesinati, il tutto mentre personaggi stralunati dal sapore parecchio lynchiano se le danno di santa ragione per una buona ora e mezza. Mah… che dire? Avete presente quelle strane serate giropizza con gli amici dalle quale si esce con l’impressione di essersi rimpinzati come ippopotami, per poi scoprire, alla fine, di essere più affamati di prima?

Ecco, The Domestics è esattamente questo: tante tante, ma proprio tante promesse di cui meno della metà vengono mantenute, con l’evidente sensazione che il vecchio Nelson si sia divertito ad allungarci la mano per poi farci una sonora pernacchia in piena faccia. Ma, infondo, dai… chi se ne frega! Certo, non si può dire che la pellicola non interessi o non coinvolga – e ci mancherebbe, con tutto il casino che viene piantato dai punkabbestia di turno, uno più estremo dell’altro! –, ma, alla fin della fiera, quando i titoli di coda scorrono e l’ultimo cervello è stato fatto saltare allegramente per aria a inzaccherare una delle tante pareti, la sensazione è proprio quella di una deiezione corporale non andata completamente a buon fine. Nulla toglie il fatto che The Domestics abbia il suo sacrosanto perché, quantomeno a livello di messa in scena e di escalation di violenza. Non fa nulla se poi il succo di base appaia, spesse volte, un po’ troppo insipido. A ripagare di qualche sbavatura di troppo ci pensa una delirante e succulenta versione parecchio estrema della Roulette russa che farebbe le scarpe persino a Il cacciatore di Cimino. Provare per credere!