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The Djinn

2021
REGIA:
David Charbonier, Justin Powell
CAST:
Ezra Dewey (Dylan Jacobs)
Rob Brownstein (Michael Jacobs)
Tevy Poe (Michelle Jacobs)

Il nostro giudizio

The Djinn è un film del 2021 diretto da David Charbonier e Justin Powell

Ci sono numerosi esempi, specialmente nel genere horror, di cortometraggi che nel loro piccolo – sia in termine di minutaggio che di produzione – hanno riscosso un enorme successo di pubblico e critica, trasformandosi a loro volta in dei veri e propri lungometraggi cinematografici. Il primo nome che ci viene in mente è sicuramente quello di Andres Muschietti, che nel 2008 dirige un cortometraggio di nome Mama, che a sua volta, grazie anche all’aiuto di Guillermo del Toro, esce nelle sale cinematografiche con il titolo de La madre. Eppure ci sono dei casi dove il meccanismo purtroppo si inverte. Alcune storie sarebbero molto più interessanti se venissero raccontate in una forma più piccola e ridotta sotto l’aspetto della narrazione. È il caso di The Djinn, film diretto dai registi David Charbonier e Justin Powell, uscito nella sale americane da poche settimane. La storia di un ragazzo distrutto dalla perdita della madre, che si imbatte in maniera molta innocente in un libro misterioso e inquietante. Un oggetto che pare sia in grado di riportare in vita una creatura mostruosa e malefica chiamata Djin. Ovviamente la curiosità farà da padrona e il ragazzo dovrà fare i conti con dei pericolosi problemi.

Come detto prima, il soggetto si trasforma ben presto in una sceneggiatura piuttosto debole. Sin dalle prime scene si ha come la sensazione di assistere a qualcosa di davvero incompleto, ripetitivo, ma sopratutto scontato. Vuoi per la cattiva caratterizzazione dei personaggi o per il semplice fatto che lo script racconta tutto ciò che abbiamo già visto all’interno del genere, il film non decolla mai come dovrebbe. Le scelte del protagonista vengono giustificate senza approfondire mai le proprie motivazioni e lo spettatore, a lungo andare, soffrirà parecchio questo aspetto. Il fatto di non poter entrare quasi mai in empatia con il protagonista, ci spinge a guardare il tutto con estrema freddezza e distaccamento. Per non parlare del padre, che vince il premio come “peggior papà dell’anno”, lasciando da solo il figlio per un’intera notte. Per carità, niente di più lontano dai soliti cliché, ma stiamo pur parlando di un bambino tormentato e depresso. Charboner e Powell, non sono neanche così male dietro la macchina da presa e questo lo intuiamo sin dalla prima inquadratura del film, grazie anche a una fotografia dai colori molti accesi,  che ci fa subito capire quali sono le intenzioni dei due autori.

Peccato che una volta messe le carte in tavola  vengano completamente stravolte da una narrazione piuttosto monotona e in forte contrasto con la messa in scena. Con una colonna sonora che sembra provenire dalla serie televisiva dei Fratelli Duffer, Stranger Things, The Djinn ci  prova in tutti i modi a rientrare in quella tipologia di horror anni ottanta che hanno fatto in qualche modo la storia del cinema – forse per omaggiare, o restare in tendenza – ma purtroppo, non fanno che aumentare ancora di più quel senso di smarrimento che poco a poco riusciamo a respirare. Il cast poi si limita semplicemente a due figure piuttosto anonime e scialbe, ovvero quello del padre e del figlio, interpretati rispettivamente da Ezra Dewey e Rob Brownstein. Sarebbero tre se contassimo anche il ruolo della madre, ma la caratterizzazione lascia molto a desiderare, specie se pensiamo che il suo ruolo è molto importante per lo svolgimento della narrazione. Dunque un film dimenticabile, ma che lascia con l’amaro in bocca. Un cortometraggio, soprattutto con un soggetto così affascinante, sarebbe stato sicuramente più d’effetto