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The Dare – Obbligo o verità

2019
REGIA:
Giles Alderson
CAST:
Bart Edwards (Jay Jackson)
Richard Brake (Credence)
Richard Short (Adam Heinz)

Il nostro giudizio

The Dare – Obbligo o verità è un film del 2019, diretto da Giles Alderson.

Jay (Bart Edwards) è un padre di famiglia che, una sera come tante, viene rapito da un uomo misterioso e allontanato da moglie e bambine. Si risveglia in un uno scantinato buio, incatenato ad un angolo della stanza, dove altre tre vittime sopravvivono da tempo. Scappare sembra impossibile e questi martiri sono ormai rassegnati all’idea di morire tra le quattro pareti che li circondano. Ma per Jay deve esistere una via di fuga: forse, basta capire chi è il proprio aguzzino…The Dare è un torture porn in ritardo sui tempi, che può però vantare una sceneggiatura ben strutturata: l’intreccio non è forse tra i più originali, così come le motivazioni che spingono il torturatore verso le sue sevizie, ma il capovolgimento di senso apportato da una linea narrativa all’altra, e lo studio approfondito sulla psicologia del torturatore, dimostrano una capacità di racconto che va oltre il semplice sadismo.

Certo, lo spirito punitivo del torture porn viene rispettato (possiamo prevedere che le vittime non siano innocenti), ma non mancano dei sinceri colpi di scena, così come un forte clima di tensione. In fondo stiamo parlando di una famiglia di macellai e delle loro quattro vittime, con degli ambienti, o quantomeno delle ambizioni, che ci riconducono nelle terre texane di Non aprite quella porta. Ma The Dare, come tanti horror contemporanei, pecca di pregi: i suoi elementi a favore sono anche i suoi limiti, e il perfezionismo della scrittura e della messa in scena non permette a questo horror dignitoso di raggiungere le vette sperate. Giles Alderson preme sull’acceleratore del mostrabile, a costo di spingersi nella rappresentazione di torture artificiose e poco credibili (a una vittima viene tagliato il bulbo oculare per poi spingerci una larva affamata), ma la categoria dell’estremo non è propriamente legata alla quantità: non importa quante torture vengano mostrate e nemmeno quanto queste siano feroci; il carattere eccessivo è piuttosto determinato da un senso di morte e di malattia (del corpo e della mente) che sporca e contamina per intero un’opera.

E in quest’ottica, The Dare, con la sua fotografia pulita e gli ambienti non abbastanza malsani, scambia la violenza per un’attitudine in se stessa estrema. Ma la violenza necessita di una rappresentazione crudele per farsi eccessiva. Il film di Alderson è molto violento, ma poco crudele: non un horror disturbante, ma un’opera prima rispettabile e godibile, dove il disgusto e la morte si ritrovano solo nelle poche, veloci, pennellate nere che lo segnano. Non ci resta quindi che sperare in un futuro buio, dove i prossimi film di questo promettente regista inglese saranno abbastanza crudeli da soddisfare i nostri palati feroci, i nostri occhi spietati, le nostre menti perverse.