Featured Image

The Black Demon

2023
REGIA:
Adrian Grünberg
CAST:
Josh Lucas (Paul Sturges)
Fernanda Urrejola (Inés)
Julio Cedillo (Chato)

Il nostro giudizio

The Black Demon è un film del 2023, diretto da Adrian Grünberg

La vastità degli oceani è ormai una perfetta metafora dello stato dell’arte riguardo il sottogenere degli shark movies: nei decenni la varietà è diventata tale da supporne, come sempre accade, un esautoramento in sede di fascino e interesse. Anche senza scomodare il solito capostipite irraggiungibile, è palese che la ricerca si è ormai indirizzata verso “una barca più grossa”. Basti guardare alle ultime operazioni, tra la saga di 47 Meters Down e il pachidermico The Meg, di cui attendiamo tutti a gloria il sequel diretto nientepopodimeno che da Ben Wheatley. Poi, tuttavia, si incappa in un prodotto come The Black Demon che, pur razziando qua e là, mostra un’umiltà e delle idee che vanno aldilà del solito canovaccio. Già regista del grandguinolesco ultimo capitolo di Rambo e assistente alla regia di Mel Gibson in Apocalypto, Adrian Grünberg rimane dunque in Messico per ambientare il suo film abissale. E parlare di abisso, credetemi, viene davvero naturale.

Tra mitologia azteca e leggende metropolitane, la storia di Paul Sturges, ispettore di una compagnia petrolifera in viaggio con la famiglia per controllare la piattaforma Diamante, assume dall’inizio i tratti di un racconto anticapitalista e ambientalista che condurrà lo spettatore verso conclusioni e sbocchi decisamente univoci. Una volta salpato dalla città fantasma, Paul si renderà conto che il complesso da lui inaugurato diversi anni prima si trova in uno stato di totale decadenza. Il tutto senza considerare la presenza, intorno alla piattaforma, di un megalodonte risvegliato proprio dalle attività di trivellazione e che la popolazione locale ha accolto con il nome di “El Demonio Negro”, ossia la risposta vendicativa di un antico dio azteco allo sfruttamento, da parte dell’uomo, della natura. È proprio questa l’idea di partenza che, nel film, affascina da subito: la dimensione magica di un topos narrativo che altrimenti avrebbe avuto diversi problemi. Perché, per quanto vengano da subito chiarite le velleità in quanto a mezzi tecnici, The Black Demon soffre ovviamente dei problemi a cui si può andare incontro quando l’azione può essere offerta solo a dosi ben moderate. La tensione, insomma, sta tutta negli scambi tra i personaggi, ossia tra la famiglia e l’ultimo superstite della Diamante, col “demonio” a fare da non pervasivo convitato di pietra. Il falso ostacolo, infatti, della poca presenza del mostro viene in un certo senso aggirato così, al netto di qualche lungaggine che si poteva benissimo evitare ma che non inficia alla fine il risultato.

Due sequenze con lo “squalone”, in effetti, possono benissimo fare il film in quanto a potenza, oltre a fare da perfetta cornice narrativa di quello che, abbiamo detto, è un dramma umano: una tragedia eschilea dove la tracotanza dell’uomo è condannata alla massima punizione. La coerenza narrativa è, senza mezzi termini, ciò che salva il film dall’essere un altro dimenticabile tentativo. E il merito va senza dubbio dato anche ad un cast perfetto nel raccontare la tensione sociale e politica della trama. Con un comparto visivo superiore staremmo parlando di un film paragonabile, sempre per rimanere sul contemporaneo, a The Shallows di Jaume Collet-Serra: insomma, proprio un altro tipo di prodotto e sensibile a ben altre critiche. The Black Demon, che da noi uscirà a settembre solo in home video, invece può solo nuotare e restare a galla in un mare solcato da pesci più grandi.