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The Belko Experiment

2016
Titolo Originale:
The Belko Experiment
REGIA:
Greg McLean
CAST:
John Gallagher Jr. (Mike Milch)
Tony Goldwyn (Barry Norris)
Adria Arjona (Leandra Flores)

Il nostro giudizio

The Belko Experiment è un film del 2016, diretto da Greg McLean

Prendete una delirante sceneggiatura scritta dal quel gran furbacchione di James Gunn. Affidatela alle mani esperte di un solido e scafato mestierante di genere come Greg McLean (Wolf Creek può bastare?). Infine affidatevi alla lungimiranza e alla benedizione di un coraggioso produttore (in questo caso solo esecutivo) come Jason Blum. Mescolate ben bene e servite con una generosa dose di splatter e un pizzico di humor caustico. Otterrete così The Belko Experiment, estremo e allucinante trap movie in chiave aziendale capace di proporre una soluzione alquanto estrema al gravoso problema dei tagli al personale. A seguito di uno scanzonato prologo al rallenty – accompagnato dalle note inquietamente profetiche di I Will Survive nella versione cubana di José Prieto – che farebbe presagire atmosfere da commedia, ecco illustrato il team di lavoro della Belko Corporation, un’azienda no profit con sede in Colombia con il compito di fornire assistenza per l’inserimento di personale americano nelle industrie sparse per il Sudamerica e il mondo intero. Il giovane Mike (John Gallagher Jr) e la bella Leandra (Adria Arjona) portano avanti assieme ai colleghi la propria monotona vita d’ufficio, fino al giorno in cui uno sconosciuto commando di guardie di vigilanza prende il controllo dello stabile, sigillando tutte le uscite e lanciando un ultimatum a tutti gli impiegati: se entro un’ora non verranno eliminati dieci membri dell’organico, l’intero gruppo verrà liquidato selettivamente mediante un chip esplosivo impiantato nel cervello di ciascun dipendete. Messe da parte le cortesie e le vecchie amicizie, avrà presto inizio una spietata lotta di sopravvivenza di tutti contro tutti, nella quale il sadico direttore generale Dukes (John C. McGinley) giocherà un ruolo chiave nel decretare con la forza il destino dei propri sottoposti.

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Al di sotto di un primo strato che farebbe pensare a un ennesimo prodotto di neo-exploitation parte di un filone ancora poco tematizzato ma ricchissimo di variazioni (almeno dal seminale The Cube in poi), The Belko Experiment coltiva un discorso filosofico e sociologico ben più complesso che rimanda direttamente all’homo homini lupus hobbesiano, la spietata lotta di autoconservazione dell’uomo contro i propri simili mirabilmente messa in scena da McLean attraverso il repentino passaggio da un falso cameratismo iniziale alla cruenta battaglia tra fazioni – dirigenti vs impiegati, secondo un’irriverente rilettura delle teorie marxiste –, fino all’inevitabile mattanza in solitaria per la conquista del primato vitale, secondo un modello già ben rodato dal Condominio di James Ballard, i cui lasciti sono qui ben evidenti.

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Unire il mondo intero” recita lo slogan della Belko, tentando cinicamente di coltivare una filosofia di solidarietà che viene ben presto gettata alle ortiche quando, allo scoccare del ventesimo minuto, la mattanza ha ufficialmente inizio, attraverso un concerto di esplosioni cerebrali da far impallidire lo Scanners cronenberghiano e i cui liquami arrivano a imbrattare le bianche pareti delle sale conferenze su cui le videoproiezioni continuano a decantare le virtù del lavoro di gruppo, mentre tutt’intorno l’inferno si scoperchia. Che tutto ciò sia il frutto di un qualche distorto esperimento sociologico o il malsano divertimento di un mefistofelico riccastro poco importa, in quanto bastano le tinte scelte per caratterizzare il logo della Belko a farci capire il destino dei nostri (anti)eroi, laddove il blu dei colletti dirigenziali viene presto imbrattato dal rosso di un sangue che non viene certo lesinato.