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The Basement

2018
Titolo Originale:
The Basement
REGIA:
Nathan Ives, Brian M. Conley
CAST:
Jackson Davis (Gemini Killer)
Cayleb Long (Craig Owen)
Mischa Barton (Kelly Owen)

Il nostro giudizio

The Basement è un film del 2018, diretto da Nathan Ives e Brian M. Conley.

Se di nome fai Nathan Ives e, nonostante la veneranda età, nel tuo curriculum spiccano nulla più che due commediole di cassetta come It’s Not You, It’s Me e A Christmas in New York, diciamo pure che non puoi certamente pretendere che le aspettative nei tuoi confronti siano particolarmente elevate. A maggior ragione poi se il tuo compagno di merende registiche Brian M. Conley, a parte produrre il tuo romance natalizio, altro non ha fatto se non grattarsi le gonadi al vento del nulla più assolto. Ma poiché la cara e saggia mammina ci ha insegnato che non è mai buona norma giudicare il libro dalla copertina – o il film dalla locandina, fate pure voi! –, altro non possiamo fare se non accingerci a prendere diligentemente visione del nuovo parto cinematografico di coppia che porta il titolo (più che mai ricco di aspettative) di The Basement. Ebbene, trascorsi i ventotto minuti di durata, possiamo orgogliosamente affermare che le funeste premesse, subodorate sin dal principio, possono trovare piena conferma in un thriller alquanto bislacco che, nonostante una discreta truculenza diffusa e una meccanismo di base tutto sommato potenzialmente azzeccato, finisce per risolversi, fantozzianamente parlando, in una corposa cagata pazzesca.

The Basement racconta (sulla carta) nientemeno che del famigerato “Gemini Killer” (Jackson Davis chiaramente erede del glorioso “Killer dello Zodiaco”), intento a mietere vittime a destra e a manca fino a quando non riesce ad agguantare il rampante e belloccio musicista Craig Owen (Cayleb Log). Imprigionato nell’umido seminterrato che da il titolo alla pellicola, la sfortunata preda si troverà ad affrontare un gioco fisico e psicologico davvero inquietante, dovendo interpretare il ruolo del suo stesso aguzzino mentre quest’ultimo, in un tripudio di travestismo degno del miglior Arturo Brachetti, impersonerà una per una le figure chiave della propria tormentata esistenza (i genitori, il perturbante clown dell’adolescenza, un compagno di cella, una guardia carceraria ecc.), il tutto mettendo in scena le ultime ventiquattro ore che precedono un’esecuzione capitale la cui vittima non può che essere quella sbagliata. Fantastico vero?Non proprio.

Soprattutto tenendo conto che, una volta esauritosi il potere fascinatorio dell’intrigante ingranaggio di base offerto da questa sorta di psicanalisi inversa tra vittima e carnefice, The Basement inizia a risultare parecchio noiosetto e decisamente sbroccato a livello drammaturgico, giocando le uniche vere carte vincenti in sequenze di tortura dove la componente gore, fra dita mozzate e qualche dentino sparso in giro, tiene faticosamente a galla una nave destinata, prima o poi, ad affondare. In questa versione splatter di In Treatment condita con una spolveratina de Le iene tarantiniane, le depravate performance multiple di Jackson Davis ricordano solo pallidamente le ben più talentuose prove attoriali dello psicopatico James McAvoy di Split, rasentando a lungo andare il ridicolo e portando a un twist finale sicuramente “inaspettato” ma non certo degno del buon nome di Shyamalan. È un peccato infierire ulteriormente, poiché, forse, in altro contesto e nelle mani di un cineasta un poco più navigato e competente, The Basement avrebbe potuto essere certamente qualcosa di più. Ma, come la saggezza popolare ci ricorda, non è sempre festa e la vera gloria è solo per pochi. Certo non per Conley e il suo compare.