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Terrore dal profondo

2022
REGIA:
Dale Fabrigar
CAST:
Joseph Almani (Danny)
Karlee Eldridge (Gwen)
Michael Paré (Bill)

Il nostro giudizio

Terrore dal profondo è un film del 2022, diretto da Dale Fabrigar.

C’è stato un tempo, ormai sempre più lontano, in cui il fertile terreno cinematografico che dalla B scende giù giù fino alla Z brulicava di mostruose creaturine pronte a invertire in un sol colpo il senso di marcia della beneamata catena alimentare, decisi a prendersi con largo anticipo una rivalsa su quegli stessi esseri umani che, di lì a qualche decennio, avrebbero timidamente iniziato a imbandire le tavole con larve della farina, locuste migratorie e croccanti grilli domestici. Se pensiamo per un attimo, infatti, agli affamati lumaconi del disgustoso Slugs – Vortice d’orrore, alle orde di raccapriccianti vermacchioni carnivori dell’immortale Squirm, alle voraci zecche extra large di Ticks – Larve di sangue o agli incacchiatissimi bacherozzi esplosivi di Bug – Insetto di fuoco, allora ci appare chiaro quanto gustose e al contempo repellenti si siano rivelate le derive dell’eco-vengeance a cavallo fra i gloriosi anni ’70 e i tardi anni ’90, quando bastava ancora un po’ di mastice, qualche litro di appiccicosa brodaglia e tanta fantasia per far rizzare anche i peletti sugli stomaci più forti. Ed è proprio con questo disincantato spirito da horror casereccio vecchio stampo che il simpatico e volenteroso Dale Fabrigar sembra aver cullato fin dal principio questo suo Terrore dal profondo – furbissimo titolone italiano che strizza entrambi gli occhi al noto Deep Rising –, innocuo e tutto sommato onesto filmettino senza particolari tracce di infamia così come privo di alcuna vera lode degna di nota.

Un’operetta di puro intrattenimento concepita nella più onesta economia di mezzi e idee ma capace ugualmente di non superare mai l’insidioso cancello del laidissimo Asylum style, rinunciando sapientemente a impiegare anche la più piccola molecola di pecoreccia CGI da discount e puntando invece il tutto e per tutto sulla presenza di bavosi e striscianti mostracchioni carnivori tanto ingenuamente simpatici quanto fieramente e gommosamente animatronici. Ma sarà proprio nel più profondo e dentato gargarozzo di questi voraci Tremors versione bonsai fuoriusciti a tradimento dalle oscure profondità del californiano terreno dopo un improvviso terremoto che il povero Danny (Joseph Almani) sarà costretto suo malgrado a scrutare, dopo essere rimasto bloccato sotto al pesante pianale di una vecchia Mustang nello scalcinato garage dello zio Bill (Michale Paré) nel mezzo del polveroso buco dello sfintere del deserto del Mojave. Mentre il caldo infernale avanza e il lancinante dolore alla gamba stritolata viene solo in parte mitigato dal dolce ricordo, tramite mielosi e molestissimi flashback, dell’ormai ex fidanzata Gwen (Karlee Eldridge), il nostro immaturo eroe dovrà vedersela con un manipolo di larvoni ben pasciuti e zannuti che, dopo aver strisciato per secoli nel sottosuolo – così come il titolo originale It Crawls Beneath ben chiarifica –, si preparano a banchettare con le umane membra del nostro spacciato Danny, non prima ovviamente di averlo infettato con il loro schifido e lisergico veleno.

Ed è da qui che parte un ormai rodato e immatricolato canovaccio da survival movie in solitaria modello 127 ore, con il nostro disperato e ingabbiato protagonista intento a barcamenarsi in mille e più caserecce prodezze stile MacGyver per tirarsi fuori d’impaccio, biasciando tra sé e sé sentimenti e rimpianti peggio che durante una seduta di autoanalisi e concedendosi giusto qualche amara confessione con l’allucinatorio cadavere parlante dell’ormai spappolato zietto. E nel mezzo di tutta questa zuccherosa fiumana di ricordi e parole, mentre sorprendenti (si fa per dire) rivelazioni vengono a galla e la lista di ingenuità continua fittamente ad allungarsi a causa della ristrettissima prontezza di spirito del nostro antipaticissimo sopravvissuto, ecco spuntare ogni tanto qua e le vermicolari testoline tripartite a reclamare il giusto metraggio che gli spetta per contratto, vogliosi più che mai di portarsi a casa qualche primo piano in più all’interno di questa già risicatissima oretta e mezza. E ne avrebbero ben di che reclamare i nostri glabri e lombricosi esserini, poiché, nonostante non possano certo vantare la mole e la presenza scenica dei vermosi cuginetti della sabbia del colossale Dune, la loro performance supera di gran lunga in qualità quella dello striminzito manipolo di umani attorucoli, quasi tutti simpatici quanto una martellata sull’alluce e, tolto il fastidioso overacting del Danny Boy di turno, espressivi quanto un blocco di tufo lasciato ad essiccare al sole. Ma non sono certo queste le qualità richieste ad un onesto e a suo modo divertente prodottino come Terrore dal profondo, sbucato fuori anch’esso a tradimento dal ricco e variegato catalogo del canale di Midnight Factory e pronto, esattamente come i suoi stessi striscianti coprotagonisti, ad azzannare alla gola l’ignaro spettatore e a stordirlo ben bene con novanta minuti scarsi di svago, risate e qualche innocuo brividino a costo sotto zero. Tranne ovviamente al pezzo dell’abbonamento, s’intende!