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Terminator – Destino oscuro

2019
Titolo Originale:
Terminator: Dark Fate
REGIA:
Tim Miller
CAST:
Linda Hamilton (Sarah Connor)
Arnold Schwarzenegger (T-800 / Carl)
Mackenzie Davis (Grace)

Il nostro giudizio

Terminator – Destino oscuro è un film del 2019, diretto da Tim Miller.

“November shadows…November spells sweet memory”, cantavano gli Avett Brothers qualche anno fa. Suggestivo, le ombre novembrine fanno riaffiorare dolci ricordi: i colori caldi delle foglie, il profumo di caldarroste, le domeniche al luna park. Adolescenza, età invincibile. E mentre cresci ecco che l’autunno della tua giovinezza assume connotati differenti, diventa un ricordo agrodolce, un bacio chiuso in cassetto, stagione metafora dell’inevitabile ciclo di vita. Un po’ come succede con Terminator. Era il lontano 1984 quando il regista canadese James Cameron presentò al mondo il frutto di un sogno: The Terminator uscì nell’autunno di quell’anno strano, fatto di tragedie e film memorabili. Come memorabile divenne il cyborg omonimo, che lanciò la carriera di Cameron e consolidò quella di Arnold Schwarzenegger fino a divenire, nel 1991 con T2:Il giorno del giudizio, vera e propria icona. Ma poi qualcosa si ruppe, tra problemi con i diritti e pessime sceneggiature e l’apparente invincibilità del franchise sembrò essere arrivata in quel metaforico autunno, preludio della dipartita. Almeno fino al primo novembre 2019, quando nei cinema esce Terminator – Destino Oscuro.

Dopo i flop del terzo capitolo, di Terminator Genisys e, questo immeritato, di Salvation, Cameron riprende in mano i diritti della sua creatura e tenta il rilancio. Tolti di mezzo i seguiti mal riusciti, la storia riparte da T2 e dalla missione riuscita di Sarah Connor e suo figlio John. Passano ventotto anni da quel giorno e una nuova minaccia si profila all’orizzonte: due personaggi arrivano dal futuro, con missioni parallele ma agli antipodi e con una persona da trovare. Sulla loro strada si metterà un’ormai matura, ma ancora combattiva, Sarah Connor, decisa a vendicarsi fino alla fine. A questo punto potrebbe balzare all’occhio una cosa indubbiamente fastidiosa: la trama di Terminator – Destino Oscuro è quasi praticamente identica a quella del primo capitolo. Donna da trovare, Terminator da sconfiggere, razza umana da salvare. Stessa cosa. Non ci hanno nemmeno provato. Tuttavia non siamo più negli anni ’90 e qualcosa dev’essere per forza differente. Purtroppo questo qualcosa determina la banalità di tutta l’operazione, privandola della portata innovativa, di quel granitico e inarrestabile senso di pericolo che ha reso i primi due capitoli leggendari.

Terminator – Destino Oscuro è un’ode al fan service, messo in scena da un Tim Miller senza personalità. È un gioco a chi viene meglio accontentato, i fan del franchise, le donne, gli anti-trumpiani, ma se alla fine l’unica cosa che convince sono solo le scene d’azione, cosa resta di quel moto rivoluzionario degli inizi? Ahimè, nulla. A Schwarzy basta la presenza e Linda Hamilton è stupenda, ma se questo è il modo per passare il testimone, nel girl power delle tre protagoniste femminili, significa che di caro si hanno solo gli stereotipi. Ci si impegna a gridare viva il femminismo e ci si dimentica rovinosamente che proprio Cameron ha creato, più di vent’anni fa, due delle più strepitose e cazzute donne del grande schermo, Ellen Ripley e la stessa Sarah Connor. Chiaro, è impossibile bissare la portata epica dei primi capitoli, che vanno contestualizzati, e forse questo è davvero il miglior Terminator possibile oggi. Tuttavia viene da chiedersi se è vero che più cresce la tecnologia più si rimpicciolisce il cinema. Se volete passare un paio d’ore staccando il cervello con una buona dose d’azione, godetevelo. Se cercate il nuovo Terminator, invece, rannicchiatevi in un angolo e pregate che l’autunno torni presto primavera.