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Sweet Tooth

2021
REGIA:
Jim Mickle, Toa Fraser, Robyn Grace, Alexis Ostrander
CAST:
Nonso Anozie (Tommy Jepperd)
Christian Convery (Gus)
Adeel Akhtar (Dr. Aditya Singh)

Il nostro giudizio

Sweet Tooth è una serie tv del 2021, ideata da Jim Mickle.

Il rapporto tra fumetti e schermo, piccolo o grande che sia, è ormai un legame proficuo e consolidato che porta i due media a scambiarsi idee spesso e volentieri: film e serie TV sono spesso oggetto di spin off e adattamenti a fumetti, così come i fumetti di maggior successo finiscono spesso al cinema o in TV, anche se non si tratta dei personaggi di punta delle major. Questo è il caso di Sweet Tooth, uno dei successi più grandi di Jeff Lemire, autore versatile con all’attivo diverse hit internazionali sia con creazioni proprie (Essex County, Ascender e Trillium per citarne alcuni), sia con Marvel e DC Comics. La serie si approccia molto liberamente al personaggio e allo stile dell’autore, prendendone gli aspetti più umani e toccanti e ingigantendoli a discapito degli aspetti più cupi e disperati. In particolar modo la voce fuori campo che introduce gli episodi dà un tono da racconto orale per bambini alla serie che ne smussa gli angoli più aguzzi trasformandola quasi, ma non del tutto, in una fiaba dark. Quasi, ma non del tutto, perché tutto ciò che rende Sweet Tooth una distopia rimane, seppur venendo approfondito in maniera diversa, più decompressa e focalizzata sui dettagli (il mignolo tremolante su tutti).Una malattia chiamata l’afflizione sta falcidiando il mondo causando un numero impressionante di morti. Nel contempo, iniziano a nascere bambini con tratti somatici animali, detti ibridi, che diventano immediatamente fonte di speculazione riguardo il loro legame con l’afflizione.

Qualche anno dopo un ibrido di nome Gus, un ragazzino con i tratti di un cervo, vive nascosto nel bosco con suo padre. Quando muore il genitore, Gus intraprende un viaggio attraverso l’America alla ricerca della madre insieme a un misterioso ex giocatore di football con un passato tutto da chiarire. La sua strada si incrocerà con quella di uno scienziato che potrebbe riuscire a trovare una cura per l’afflizione, che ha colpito sua moglie, e una donna che gestisce un rifugio per ibridi. Rispetto al fumetto, la narrazione della serie TV è meno incentrata sul solo viaggio della coppia Gus – Jepperd, coprotagonista che subisce un rimaneggiamento che gli fa perdere parecchio mordente e conflitto interiore (no, non c’entra con il fatto che è nero. Quello serve a far incazzare i razzisti). Il ragazzo cervo e il suo recalcitrante tutore condividono il palcoscenico con uno scienziato di origini indiane, che lotta per salvare la moglie, e poi il mondo, e la madre di un ibrido che fa quel che può per proteggere i bambini nella condizione di sua figlia da un ufficiale dell’esercito che vuole catturarli per vivisezionarli e trovare un rimedio all’afflizione al fine di poterlo sfruttare economicamente.

Le tre trame si svolgono separatamente muovendosi, naturalmente, verso una collisione di cui, a fine serie, si vedono solo le prime conseguenze, giusto per tenere lo spettatore in attesa della seconda stagione. Il passaggio fumetto – serie TV questa volta non riesce appieno. E non è per colpa del soggetto difficile da rendere, se è stato possibile adattare con tanta  efficacia la Doom Patrol di Morrison, Sweet Tooth non sarebbe dovuto essere un problema. E invece, le libertà che gli autori si sono presi non hanno funzionato del tutto. Certo, la serie è godibile ma molto smorzata rispetto alla sua controparte cartacea, manca di mordente e sembra che ci sia del timore ad affrontare gli aspetti più disturbanti e dolorosi raccontati da Lemire. Un adattamento efficace non vive di sole soluzioni formali, ma cattura lo spirito della storia originale. Al netto di tutte le deviazioni possibili, a patto che siano funzionali.