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Sulla scena del delitto: Il caso del Cecil Hotel

2021
Titolo Originale:
Crime Scene: The Vanishing at the Cecil Hotel
REGIA:
Joe Berlinger
CAST:
Viveca Chow
Judy Ho
Artemis Snow

Il nostro giudizio

Sulla scena del delitto: Il caso del Cecil Hotel è una serie tv del 2021, diretta da Joe Berlinger.

Da un paio di anni, Netflix ha ripreso la storica trasmissione statunitense Unsolved Mysteries, una docu-serie incentrata su maggiori casi di delitti, persone scomparse o casi misteriosi, dedicando ogni puntata all’elaborazione del fatto, delle interviste, indagini e dirette conclusioni sul caso, chiuso o meno. Proprio sulla scia di questo prodotto prende vita Sulla scena del delitto: Il caso del Cecil Hotel, diretta da Joe Berlinger, regista di un’altra serie crime su Ted Bundy e del film Ted Bundy – Fascino criminale. Prodotta dall’inseparabile duo Ron Howard-Brian Grazer, la docu-serie da quattro episodi è una diretta estensione di Unsolved Mysteries, da cui prende la stessa tecnica narrativa e il ritmo nell’esporre i dati pubblici, spalmato su quattro episodi, dando ampio respiro a quella che viene considerato ancora oggi, uno dei casi di sparizione e ipotetico omicidio – ma archiviato come suicidio – più controversi degli Stati Uniti, quello del copro trovato senza vita di Elisa Lam nel Cecil Hotel. Il lavoro di costruzione è dei migliori, necessario a stabilire un background ben specifico del Cecil Hotel, albergo situato in una delle zone più povere e disagiate degli Stati Uniti, frequentato dunque da senzatetto, squilibrati e anche serial killer, che hanno fatto di quella lugubre stanza affittata la scena del delitto di atroci carneficine.

Il caso, dunque, si svolge sulle tracce lasciate da Elisa Lam, ragazza che tramite il suo blog Tumblr lascia il segno del suo passaggio sul suolo statunitense, fino a fermarsi, tragicamente, nel Cecil Hotel. Nessun sospetto, nessun indizio, solo il suo copro trovato venti giorni dopo la sparizione, nella cisterna di acqua situata sul tetto del fatiscente edificio. Da questa premessa, le puntate snocciolano tutto il circo mediatico che si è andato a costruire attorno: da una parte la comunità del web che si è attivata per indagare autonomamente sulla sparizione. Prima di trovare il corpo, la polizia rese noto solo il video di una videocamera di sorveglianza dell’ascensore dove la ragazza, in evidente stato confusionale, entrava e usciva  ripetutamente, premeva tasti a ripetizione e sembrava parlare con qualcuno fisicamente non presente lì con lei. Allucinazione, forse una forma di possessione demoniaca, gli investigatori più volte si sono trovati in vicoli ciechi, arrivando ad abbracciare anche ipotesi soprannaturali. Il tassello mancante era il buco temporale tra l’ascensore e il tetto dell’hotel. Per quanto l’intenzione sia delle più nobili e le stesse puntate risultino in più momenti avvincenti, la costruzione cronologica degli eventi lascia l’inevitabile dubbio nel finale, riducendosi a un semplicistico atto di cronaca, con ipotesi variegate, dall’esoterismo, all’omicidio per mano di un cantante metal adoratore di Satana.

Anche la pista cinematografica è di quelle più inquietanti, con la ragazza che nelle sue ultime ore di vita sembra riprendere alcuni avvenimenti del film Dark Water, dal suo abbigliamento, fino alla morte per annegamento in una cisterna. L’imprevedibilità del caos la fa da padrone, le coincidenze sono assurde e possiamo riassumere tutto come un grande scherzo del destino, ma la realtà dei fatti è racchiusa nello stato psicofisico della ragazza (bipolarismo non curato o seguito) a cui sono susseguiti una serie di tragici eventi che hanno fatto della sua morte uno dei casi più seguiti sul web nel 2013. Si intravede anche una vena critica su quanto l’influenza esterna – in questo caso del pubblico di internet – sia in diversi casi positiva, ma per la maggiore si dimostri disastrosa. In tempi di carenza di indizi, le indagini sono costrette a prendere in considerazione ogni post, ogni commento, ogni intervento nei forum per accertarsi che quelle parole siano effettivamente perse nel vento e non potenziali indizi. In questo caso l’accanimento web ha allontanato le indagini dalle risposte concrete, per lasciare spazio al complottismo isterico.