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Suicide Squad

2016
Titolo Originale:
Suicide Squad
REGIA:
David Ayer
CAST:
Will Smith (Floyd Lawton / Deadshot)
Jared Leto (Joker)
Margot Robbie (Harleen Quinzel / Harley Quinn)

Il nostro giudizio

Suicide Squad è un film del 2016, diretto da David Ayer

Premessa necessaria prima di parlare di Suicide Squad: chi ha qualche, pur minima, conoscenza del mondo del cinema e dei cinecomics, sa bene che ultimamente ci sono due schieramenti all’interno di due ulteriori schieramenti: Marvel contro DC è il più classico, con la prima casa editrice di Spider-Man, Avengers e X-Men, campionessa indiscussa di vendite e creatrice di trend e personaggi vincenti; la seconda, storico antagonista, madre della “santa trinità” dei fumetti ovvero i tre personaggi più iconici, Batman Superman e Wonder Woman, che da sinonimo si storie adulte e spesso fin troppo for mature readers, si è ultimamente smarrita in reboot e remake, perdendo via via smalto e lucidità, fino al senso ultimo dei propri personaggi. La DC è stata la prima a portare sullo schermo i suoi charachter: il Batman di Tim Burton e il Superman di Richard Donner sono due leggende e due grandi film, gotico e grottesco il primo, solare e pieno di spontanea e meravigliosa naivée il secondo. La Marvel ci ha sempre provato ma ha sempre prodotto robetta: dai mai distribuiti Fantastic Four di Roger Corman, fino allo Spider-Man con Nicholas Hammond, passando per la versione feature film dell’incredibile Hulk con Lou Ferrigno. Solo negli anni ’90 la situazione si è rovesciata: perché sono arrivati Sam Raimi con Spider-Man e Brian Singer con X-Men, dimostrando che i fumetti avevano un potenziale narrativo enorme ed erano in pratica l’epica dell’era moderna se affidati a grandissimi autori; mentre la DC Comics continuava a sfornare film su film con Batman, arrivando ad affidare il ruolo dell’uomo pipistrello addirittura a Val Kilmer e George Clooney. E arriviamo ai giorni nostri: Batman è ancora l’indiscussa star del cinecomic d’arte grazie all’immortale trilogia di Christopher Nolan, ma la Marvel ha centrato un film dopo l’altro, da Avengers ai suoi affiliati (Iron-Man, Thor, Capitan America, addirittura Ant-Man e tra poco Doctor Strange e Pantera Nera), creando un universo condiviso così come nella carta stampata e abbinando all’epicità dei suoi personaggi uno humour a volte da bamboccioni ma sempre efficace e leggero, con il suo climax nel perfetto Guardians Of The Galaxy, in pratica lo Star Wars aggiornato agli Anni Zero.

A qualche mese di distanza dalla disfatta di Superman Vs Batman: Dawn Of Justice, la Warner-DC pensa bene di seguire l’esempio della Marvel e lancia sul grande schermo una squadra di anti-eroi come la Suicide Squad, un gruppo di veri e propri criminali che, in cambio di una riduzione di pena, accettano di risolvere questioni governative nella loro maniera poco ortodossa. Ormai, con i cinecomics, la storia si conosce: all’inizio la notizia del film, poi trapela il logo, poi il look dei personaggi, alla fine il teaser e poi il trailer, e quando esce il film conoscono tutti a menadito tutto e l’hype è (o dovrebbe essere) a mille per il prodotto vero e proprio. Percorso seguito in maniera pedissequa da Suicide Squad: che era aspettato al varco in maniera ancora più accanita proprio per l’esito incerto del round precedente – lo scontro fra Superman e l’Uomo Pipistrello, graziato solo dalla presenza di Affleck -, e per la presenza dell’ennesimo Joker questa volta interpretato da Jared Leto, attore caro agli Oscar per la sua facile mimesi, ma, a gusti personali, un po’ troppo laccato e perfetto in ogni sua cosa. Risultato? Impossibile giudicarlo imparzialmente. Perché ogni recensore sarà sempre o pro-Marvel o pro-DC, o perché le aspettative sono fatte per essere tradite, o anche perché conoscere fin troppo bene il percorso di un film e le sue mire porta sempre ad uno sbilanciamento critico. Cercando quindi di restare quanto più aderenti ai fatti, va detto che Suicide Squad è un film godibilissimo; molto fan service, certo, e molto mainstream, ammiccante per il grande pubblico e di grana grossa nei meccanismi narrativi e nelle svolte. Ci sono poi i personaggi: che sono tutti perfetti, aderenti quanto basta alle parti cartacee per esaltare ma perfettamente adattati alla realtà, calati in un contesto semirealistico – così com’è nello stile della DC – che di certo non guasta. Eppure, non convince fino in fondo. Così come Batman Vs Superman era completamente un film che poggiava sull’inaspettata aderenza totale di Ben Affleck al ruolo del Batman, allo stesso modo il regista David Ayer (la delusione più grande) fa eccessivo affidamento su Will Smith e Margot Robbie, rispettivamente Deadshot e Harley Quinn.

Che fanno assolutamente il loro lavoro e lo fanno benissimo: ma lo spazio loro dedicato mette in ombra tutti gli altri componenti peraltro anche più potenzialmente interessanti, che in certi punti sembrano solo un inutile codazzo. Insomma, uno squilibrio di personaggi e cast che si riflette anche sul Joker di Jared Leto: ben pochi sapevano che sarebbe apparso sì e no per 15 minuti, mentre buona parte della pubblicità del film si basava sulla sua immagine. E a voler essere cattivi (ma così si centra sempre l’obiettivo): alla DC cercavano personaggi poco conosciuti che creassero meno aspettative degli iconici Superman e Batman (così come fatto dalla Marvel con Guardians Of The Galaxy…), e allo stesso tempo qualcosa di scorretto e piacevolmente immorale per tirarsi i fautori dei bad guys (come fatto sempre dalla Marvel con Deadpool…). Sbagliando su tutti i fronti. Per la prima questione, è proprio il Joker di Leto la metafora perfetta dello stato di mezzo in cui resta il film: una storia che voleva essere (o doveva essere, vista la formazione del gruppo, essenzialmente criminali all’ultimo stadio) politicamente scorretta alla fine si poggia sui buoni sentimenti, e il Joker che essenzialmente è un portatore malato di follia, disturbante, inquieto e inquietante, diventa un personaggio che deve essere cattivo, che deve essere folle e che deve essere disturbante, senza riuscire mai ad arrivare alle vette di fastidio fisico e psicologico dell’inevitabile confronto con quello di Heath Ledger. Sul confronto con Deadpool, se quello sfonda dichiaratamente la quarta parete e il regista Tim Miller non ha avuto paura di un divieto ai minori di 18 anni, Suicide Squad teme di perdere buona parte di pubblico e si accontenta di un PG-13 (non è vietato, insomma). E allora non è né carne né pesce. Insomma, non un film brutto, neanche sbagliato: ma un film fuori fuoco. Aspettando sempre il prossimo (sembra debba essere Wonder Woman) per il nuovo duello Marvel/DC…..